Cronaca

Porto San Giorgio, anziano cade in acqua e muore

Tragedia ieri, martedì 23 ottobre, a Porto San Giorgio, dove un anziano è deceduto dopo essere caduto in mare con la sua auto, dove è rimasto bloccato.

Gino Mattetti, 88 anni, di Porto San Giorgio, ha perso la vita ieri mattina. A nulla è valso l’intervento tempestivo della Capitaneria di Porto, della Croce Azzurra di Porto San Giorgio, Vigili del Fuoco, Croce Verde, Polizia e Carabinieri. Tutti hanno cercato di fare il possibile per salvare l’anziano, ma con il passare dei minuti le speranze di trovarlo in vita sono via via scomparse. Nella tarda mattinata di ieri l’uomo si trovava al porto peschereccio di Porto San Giorgio alla guida della sua auto, una Nissan Micra. All’improvviso, forse a causa di una manovra sbagliata, l’auto cade in mare, e l’88enne rimane intrappolato all’interno dell’abitacolo.

La Nissan si è appoggiata sul fondale, rovesciata, in diagonale, senza lasciare scampo al signor Mattetti. Le persone che hanno assistito alla scena raccontano che l’anziano non è riuscito a fare bene la curva per tornare indietro verso l’uscita, sbandando. Qualcuno si è subito gettato in acqua, ma l’auto si era già inabissata. Verso le 14 la squadra dei sommozzatori della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, intervenuta sul posto, è riuscita a raggiungere la salma dell’uomo, recuperandola. Per tirare fuori l’auto sono invece intervenuti i Vigili del Fuoco di Teramo, con una gru. Sul luogo dell’incidente si è precipitato, appena appresa la notizia, anche il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira.

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La salma è già stata riconsegnata alla famiglia, che darà l’ultimo saluto al suo congiunto domani, giovedì 25 ottobre. Il corteo funebre partirà alle 10 dall’ospedale di Fermo, per raggiungere la chiesa Sacra Famiglia, dove si celebreranno i funerali, alle 10.30.

Giuseppina Gazzella

Classe 1984, marchigiana di nascita, cittadina del mondo per natura. Scrive e canta con la consapevolezza, la voglia e la pretesa di fare meglio ogni giorno, e di crescere sempre, perché sentirsi arrivati equivale all’essere morti.

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