Gli altri siamo noi. Cosa vuol dire?
Oggi più che in altri momenti storici, gli altri siamo noi. Cosa vuol dire?
Semplicemente che quelli rifiutati, a cui vengono chiusi gli aeroporti e i porti siamo noi. In modo del tutto giustificato ma ci troviamo ad essere quelli “fragili”, quelli “diversi” e rifiutati. Come comportarsi in questo momento?
Sicuramento dobbiamo cogliere questa opportunità per farci delle domande un pò più profonde sul nostro modo di accogliere l’altro e sul nostro modo di descrivere ciò che è diverso. Dobbiamo sviluppare l’Empatia.
L’Empatia si distingue in empatia cognitiva, cioè la capacità di predire i pensieri e le intenzioni degli altri, il “saper leggere tra le righe”, ed empatia affettiva, più comunemente nota come simpatia, che è l’abilità di percepire come simili i pensieri degli altri.
L’Empatia genera la Compassione che è il desiderio di aiutare gli altri
Se riuscissimo in questo periodo ad aumentare il desiderio di aiutare noi stessi sicuramente al termine di tutto, avremo una visione amplificata ed uno sguardo differente verso chi “diverso” e “fragile” lo è tutti i giorni della sua vita.
Ma come possiamo fare per aumentare l’empatia? Attraverso il dialogo interiore.
Il dialogo interiore si sviluppa precocemente nell’uomo. Il bambino parla con il suo amico immaginario o con l’orsacchiotto che porta anche nel lettino. Molto spesso ci troviamo a parlare con noi stessi davanti allo specchio.
I moderni social ci portano a parlare attraverso uno schermo sperando che qualcuno ascolti ma in realtà stiamo parlando a noi stessi.
Sviluppando questa capacità di auto-ascolto, impareremo che i problemi degli altri sono i nostri e che la condivisione rende la fragilità superabile.
Foto di mohamed Hassan da Pixabay
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