Cronaca

Il sorpasso: si vendono più bici che automobili

A occhio ce ne eravamo accorti tutti ma adesso ci sono anche  i numeri a confermarlo: i ciclisti sono aumentati. Citybike, unisex o da corsa, l’Italia riscopre la passione per la biciletta. Tra nuove vendite e vecchie bici rimesse a nuovo, nel 2012 si è registrato un incremento di 200 mila pezzi rispetto al 2011 per un totale 2 milioni di biciclette in strada.

il sorpasso: si vendono più bici che automobili

A crescere sono per lo più le bici da città, segnale di una volontà d’uso quotidiano piuttosto che sportivo o occasionale. Si vendono le bici solide e comode e non solo quelle a scatto fisso, diventate recentemente di moda.

All’incremento delle due ruote corrisponde però una drastica diminuzione delle immatricolazioni di automobili e del consumo di carburante sceso del 20%. Secondo le stime di Confindustria Ancma (associazione nazionale ciclo motociclo accessori) a scendere sono anche le immatricolazioni delle due ruote a motore: le moto sono diminuite del 29, 4%, i cinquantini del 30,3% e calano anche gli scooter del 12,1%. Un segno che la gente comincia a svincolarsi dal salasso del carburante.

Probabilmente un segnale della crisi. Secondo l’associazione dei consumatori tra benzina, bollo e assicurazione le spese annuali per mantenere l’automobile arrivano a sette mila euro. Motivo per cui molti italiani hanno deciso di convertirsi alle due ruote.

Tuttavia l’aumento dei ciclisti urbani non è coinciso con un adeguamento delle strade e delle infrastrutture: i ciclisti devono ancora combattere con la mancanza di piste ciclabili e l’impreparazione degli automobilisti abituati ad essere unici fruitori dell’asfalto. Eppure i dati sulle vendite sono un segnale evidente di un forte cambiamento.

Tutto è partito dalla campagna “Cities fit for cycling” del Times. Il quotidiano londinese, infatti, dopo un grave incidente subito da una sua giornalista, aveva aperto la sua home page con un appello per chiedere al governo inglese una serie di norme per tentare di frenare una strage che in dieci anni ha contato 1.275 ciclisti uccisi. Sulla scia dell’iniziativa del giornale inglese è nato anche in Italia il movimento #salvaiciclisti, portatore di molte idee comuni al progetto del Times.

A distanza di poco più di un anno dalla grande manifestazione romana dello scorso 28 aprile, infatti, i ciclisti tornano in piazza per chiedere città a misura di trasporto sostenibile. Dopo la “bicifestazione” che ha portato in piazza 50 mila persone ai Fori Imperiali, questa volta l’appuntamento è a Milano dove la “Rete per la Mobilità Nuova” chiama a raccolta per il 4 maggio tutte le persone interessate a chiedere che “le politiche di trasporto mettano al centro i bisogni delle persone e non soltanto il diritto all’uso dell’automobile privata”. Dalla Cgil a Slow Food, da Coldiretti al Touring Club Italiano, sono oltre 80 le realtà e le associazioni che finora hanno aderito alla Rete. L’appuntamento è di fronte alla Stazione centrale per una “critical mass a piedi”.

Manifestazioni come questa, sottolineano l’esigenza di continuare a parlare della condizione dei ciclisti. Infatti, la situazione italiana è la peggiore rispetto al resto d’Europa, contando 2.556 ciclisti vittime della strada. Motivo per cui il movimento #salvaiciclisti ha proposto un disegno di legge con lo scopo di approvare alcune modifiche al codice della strada in nome della tutela dei ciclisti.

Tra le proposte c’è il limite di 30 km/h di velocità massima nelle aree residenziali, segnaletica luminosa obbligatoria per i mezzi pesanti e introduzione di rotatorie che costringerebbero gli automobilisti a rallentare il loro andamento.

Il progetto del Times è stato raccolto anche da altri paesi europei come la Germania, patria della bicicletta con i suoi 40 mila km di piste ciclabili. Segue a ruota, è il caso di dirlo, la Danimarca che da poco ha inaugurato delle vere autostrade riservate alle biciclette. Queste strade non hanno intersezioni con altre vie e, a distanza regolare di 1,5 km, si trovano stazioni di servizio dove, invece di fare benzina, è possibile fare manutenzione del mezzo e gonfiare le ruote.

Un’idea che potrebbe essere importata anche in Italia, paese ideale per il cicloturismo. Secondo la fiera del turismo su gomma organizzata a Colonia, l’Italia è al primo posto nella classifica delle dieci mete preferite dai coach tedeschi. In particolare, in Italia la regione che guadagna un prezioso elogio è la Puglia: un paradiso green per chi ama la natura e le vacanze pedalando, vista la configurazione pianeggiante. Seguono la Toscana, la costiera amalfitana e i laghi.

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