Cronaca

Lo Stupi.Diario del medico scrittore Paolo De Liguoro

Francesco Paolo De Liguoro, medico di famiglia a Ercolano, ha intessuto la sua vita in un capolavoro che ora si dipana al di là della medicina.

Stupi.Diario. Il mio cassetto della memoria,” edito da SBS Edizioni, si è guadagnato un posto d’onore tra le selezioni di Casa Sanremo Writers 2024, aggiungendo un nuovo e avvincente capitolo alla sua già ricca carriera.

Nato a Portici nel 1957, Paolo De Liguoro ha abbracciato la medicina sin da giovane, laureandosi presso l’Università degli Studi di Napoli. La sua crescita da medico di famiglia ad anello di congiunzione essenziale per la comunità di Ercolano è stata accompagnata da una passione costante per il giornalismo e la scrittura.

Oltre a servire come medico, Paolo De Liguoro ha dimostrato impegno nella gestione di emergenze territoriali e svolge un ruolo chiave come presidente della cooperativa MediCoop Vesevo, nonché direttore responsabile di testate giornalistiche telematiche.

La sua incursione nella scrittura, evidente in “Stupi.Diario.Il mio cassetto della memoria,” è un viaggio introspettivo attraverso i cassetti della sua memoria. Quest’opera, una vera e propria “sinfonia dell’anima,” contiene aneddoti, riflessioni e momenti esilaranti che danno vita a una narrazione avvincente. Oltre a un’autobiografia, il libro si configura come una guida per le nuove generazioni di medici, un invito a riflettere sulla propria esperienza e a seguire con passione il proprio cammino.

La genuinità e l’autenticità di “Stupi.Diario.Il mio cassetto della memoria” di Paolo De Liguoro hanno colpito l’attenzione di Casa Sanremo Writers 2024, confermando il talento letterario dell’autore. Questa opportunità offre al pubblico la possibilità di immergersi nelle storie coinvolgenti di un medico che condivide la sua vita attraverso pagine ricche di emozioni.

Ecco una breve intervista in esclusiva per SenzaBarcode a Paolo De Liguoro

In che modo la tua esperienza come medico ha influenzato il tuo approccio alla scrittura e viceversa?

Erano anni che desideravo mettere su carta alcune criticità che hanno accompagnato i primi anni della professione e in particolare il mio percorso universitario, al pari di tanti altri studenti della mia epoca, tutto in salita.

I primi anni ’80, gli anni della pletora medica, eravamo in tanti, in troppi e per ciascuno di noi c’era una rincorsa sfrenata all’occupazione e il traguardo chiamato lavoro, non era alla portata di tutti. Fortunatamente, però, chi prima, chi dopo, tutti noi siamo riusciti nell’intento di trovare un’equa collocazione nel mondo medico, ricevendo le giuste gratificazioni professionali.

Però, con l’avvento del Covid, lo scenario sanitario si è completamento stravolto e le criticità dettate dalla mancata programmazione al ricambio generazionale e l’eccessiva burocratizzazione, hanno allontanato da questa professione tantissimi validi ed esperti professionisti, con la conseguente comparsa in “prima linea” di nuovi colleghi, a volte letteralmente catapultati dalle aule universitarie alla professione.

Ed è a questi giovani colleghi che mi appello in questo libro, con questo “manifesto” della Medicina Generale, invitandoli ad abbracciare questa professione con lo stesso amore e la stessa dedizione che ha contraddistinto tutti i medici della mia generazione, perché in troppe circostanze si è avuto il sentore di un disamoramento della professione e di una ingiustificata conflittualità tra il medico e il suo assistito.

“Stupi.Diario” offre una visione intima dei momenti salienti della tua vita. Qual è il messaggio principale che desideri condividere con i lettori attraverso questa opera?

Lo dicevo prima, consolidare il rapporto medico-paziente e allontanare le ombre sul ruolo strategico del medico di famiglia nella cura della persona. Perché è innegabile, è da sempre il medico di famiglia il primo riferimento di ciascun paziente, nel momento stesso che appare una qualunque problematica di carattere sanitario. Non per niente, da sempre, siamo definiti “medici di fiducia”.

Come affronti il delicato equilibrio tra medicina, giornalismo e scrittura creativa nella tua vita quotidiana?

Riesco a separare le diverse attività, distribuendole nei diversi momenti della giornata. Diciamo che in linea di principio sono medico a tutto tondo nelle ore diurne, alternando la medicina generale alla specialistica pneumologica; svolgo l’attività di giornalista di sera e durante i festivi, dove seguo sempre il Calcio Napoli e curo una mia rubrica di intrattenimento su webTV 1 intitolata “La terrazza”. La notte, da sempre la dedico alla scrittura, la mia passione. Scrivo tanti articoli sulle testate giornalistiche che dirigo e riflessioni, considerazioni, appunti che mi tornano utili nel quotidiano.

Non dormo più di 4-5 ore per notte, da sempre. Sono un convinto assertore che dormire è un po’ come morire: abbiamo un tempo infinito per riposare.

La selezione di “Stupi.Diario” per Casa Sanremo Writers rappresenta un importante riconoscimento. Dottor Paolo De Liguoro, quali aspettative hai per questa nuova fase della tua carriera letteraria?

Il mio desiderio è uno solo: che questo libro venga letto e condiviso. E Casa Sanremo può e deve essere l’opportunità per moltiplicare i lettori. Questa è la mia “mission”. È indispensabile per me che si faccia definitivamente luce su quegli anni ’80, dove al pari del segreto di Pulcinella, tante cose si sapevano, ma nessuna osava metterle su carta. Ma su questo non vi svelo nulla, vi invito alla lettura del mio Stupi.Diario – Il mio cassetto della memoria.

SenzaBarcode Redazione

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