Arte e Cultura

Intervista a Ilario Schanzer

Dall’8 aprile è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “La Porta Chiusa”, il nuovo singolo di Ilario Schanzer.

Il brano “La Porta Chiusa” racconta la fine di una passione, quando l’amore e l’odio si fondono fino a diventare indistinguibili l’uno dall’altro. Una canzone scritta di getto per una storia d’amore che mi ha quasi portato al punto di perdere la vita. Oggi qui con noi Ilario Schanzer per un’intervista esclusiva!

Buongiorno Ilario! Grazie di essere qui con noi oggi! Vogliamo sapere di più su di te, chi è Ilario Schanzer?

Sono nato e vissuto  a Roma e ad uno scarso interesse per la vita scolastica ho sempre contrapposto eccellenti risultati nello sport , vincendo così due titoli italiani di canottaggio. La passione per la musica alla fine ha avuto la meglio e così mi sono  diplomato in pianoforte al Conservatorio dell’Aquila ,  mentre da autodidatta  imparavo a suonare la chitarra e a cantare.

Come pianista e come chitarrista ho fatto parte di alcune delle migliori band romane (almeno secondo quello che è il mio parere personale) ed ho lavorato in varie emittenti radiofoniche come conduttore e ideatore di programmi di musica jazz. Attualmente vivo a Roma e lavoro come musicista professionista ed insegnante di chitarra e pianoforte.

Ricordi il primo album che hai acquistato?

Sì certo, me lo ricordo molto bene perchè e’ stato l’inizio di un percorso. Io e mio fratello andavamo spesso in un piccolo negozio di musica non lontano da casa e quindi conoscevo bene il proprietario; parlavamo e lui conosceva bene i miei gusti. Un giorno mi mostrò un bellissimo vinile con una splendida copertina molto affascinante: era la copertina di “Machine Head” dei Deep Purple. Mi sono fidato di lui e l’ho comprato.  Ho fatto molto bene !!!  Ancora oggi lo ascolto con lo stesso entusiasmo di quando lo comprai, avevo 12 anni. Il proprietario del negozio aveva visto giusto. A mio parere è uno dei dischi meglio riusciti della storia del Rock.

Come hai iniziato a fare musica e come sei arrivato a scrivere “La porta chiusa”?

Non saprei, a un certo punto mi sono accorto che sapevo suonare bene la chitarra e gli strumenti a tastiera. Mio padre ha sempre desiderato suonare uno strumento ma non ci è mai riuscito però canta bene e soprattutto interpreta le canzoni alla grande, alla maniera dei  grandi chansonnières francesi. Nella speranza che almeno i suoi figli imparassero a suonare qualcosa ha riempito la casa di strumenti. Devo dire però che l’idea ha funzionato alla grande!

Le canzoni che devono nascere sono già nell’aria ma le persone non le sentono. L’artista invece decodifica questa energia, queste vibrazioni e le trasforma in musica. “La Porta Chiusa” era già nell’ aria da alcuni giorni, era nell’atmosfera, ma non riusciva a liberarsi. Poi una telefonata ed una emozione violentissima. “La Porta Chiusa” è una canzone scritta di getto, diciamo che si è scritta da sola. Il testo ci racconta della fine di una  passione, quando l’amore e l’odio si sovrappongono fino a diventare una sola cosa. Una canzone scritta di getto per una storia d’amore che mi ha portato quasi al punto di perdere la vita. 

Musica o testo, cosa nasce prima in una tua canzone?

Nelle mie canzoni nasce sempre prima la musica. Il testo nasce sulla musica, le parole escono a caso senza nessuna logica. Solo che a un certo punto mi accorgo che invece c’è un un significato, un filo conduttore che io neanche immaginavo. Non ho mai capito come funziona questa cosa però  a un certo punto la canzone è finita.

Cosa consiglieresti ad un giovane che si approccia al mondo della musica? 

Non penso proprio di potere dare consigli ai ragazzi. Ci sono ragazzi di 17-18 anni che sono fenomenali e sanno suonare e cantare molto meglio di me. Sicuri e determinati nell’intraprendere e seguire la loro strada. Io posso solo ammirarli e rispettarli.   

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