Tiberio Claudio Nerone
Tiberio nasce col nome di Tiberio Claudio Nerone a Roma, il 16 novembre del 42 AC, da un padre col suo stesso nome e Livia Drusilla, una nobildonna romana.
I primissimi anni di vita del giovane sono piuttosto turbolenti, giacché si trova costantemente sballottato da una parte all’altra del mondo romano a causa della situazione di conflittualità che imperversa fra Ottaviano ed Antonio. La madre, peraltro, viene letteralmente ceduta in sposa ad Ottaviano. Il padre di Tiberio muore nel 33 AC, quando ha appena nove anni. Si trasferisce allora nella casa di Ottaviano, dove trascorre il resto dell’infanzia assieme alla madre, al padre adottivo ed al fratellino nato nel frattempo, Druso Maggiore. Negli anni successivi Tiberio si dimostra un ottimo oratore ed avvocato, uno studente intelligente e, soprattutto, un soldato molto abile, tant’è che nei venti anni successivi diverrà uno dei migliori generali di Roma.
Nel 12 AC Tiberio viene costretto da Augusto a divorziare dalla moglie Vipsania Agrippina, che ama sinceramente, per sposare Giulia, figlia dello stesso Augusto e vedova di Agrippa. Il matrimonio si rivela infelice praticamente da subito. Nel 9 AC, invece, a seguito di una caduta di cavallo che gli causa una frattura con successiva infezione, muore Druso Maggiore, fratello di Tiberio, Druso è anche il favorito di Augusto, che a quanto pare rimane molto scosso dalla perdita e nomina eredi i due figli avuti da Giulia con Agrippa, Gaio e Lucio, ignorando Tiberio.
Tiberio si allontana allora volontariamente da Roma e si reca a Rodi, dove rimane per sette anni. Solo nell’1 DC fa ritorno a Roma grazie all’intercessione della madre. Pare peraltro che Gaio e Lucio, eredi designati, prendano in seria considerazione l’idea di farlo uccidere per scongiurare qualunque problematica ereditaria. Sono tuttavia proprio loro due a morire, uno nel 2 e nell’altro nel 4 DC, qualcuno dice per mano di Tiberio.
Tiberio viene così adottato ufficialmente da Augusto, assumendo il nome di Tiberio Giulio Cesare
Nel 14, infine, Augusto muore e Tiberio, pur riluttante ad assumere il potere, all’età di 56 anni, diventa il secondo imperatore di Roma con il nome di Tiberio Giulio Cesare Augusto.
Fin dai primi giorni di regno, Tiberio deve convivere con l’incredibile popolarità del nipote Germanico. Svetonio ci riferisce che, particolarmente invidioso per la popolarità di Germanico, nel 18 Tiberio lo spedisca in missione in Oriente. Germanico muore l’anno successivo ad Antiochia, in circostanze mai del tutto chiarite. Naturalmente, Tiberio diviene il principale sospettato per l’opinione pubblica. La morte di Germanico spalanca le porte al figlio di Tiberio, Druso Minore, ma questi entra in contrasto con Lucio Elio Seiano, potentissimo prefetto del pretorio; Seiano seduce Claudia Livilla, la moglie di Druso, con la quale complotta fino a far uccidere Druso nel 23. Tutto questo verrà scoperto da Tiberio e dal popolo romano solo diversi anni dopo, ma nel frattempo la vox popoli sostiene addirittura che sia stato lo stesso Tiberio a far uccidere suo figlio.
Tiberio, in realtà devastato dalla morte del figlio ed esasperato dall’odio covato dai cittadini di Roma nei suoi confronti, sceglie allora di ritirarsi in esilio nell’isola di Capri, lasciando sostanzialmente il governo della Capitale proprio nelle mani di Seiano, del quale per ora non sospetta. Il regime di Seiano dura otto anni, fino al 31 DC, quando Tiberio lo accusa di tradimento e lo fa uccidere assieme alla sua famiglia.
Anche i suoi ultimi anni di regno sono segnati dalla problematica della successione e, alla fine, a prevalere è il terzogenito di Germanico, Caligola, che nel 37 fa soffocare l’ormai 79enne imperatore
Non è facile tracciare un ritratto di questo imperatore: a livello finanziario, Tiberio alla sua morte lascia le casse di Roma più ricche di quanto non fossero alla morte di Augusto. Il tutto senza tiranneggiare dal punto di vista fiscale le popolazioni assoggettate, tanto che pare Tiberio amasse dire ai suoi governatori: un buon pastore tosa le pecore, non le spella. A livello militare, anche grazie alle numerosissime campagne condotte in gioventù, Tiberio lascia un impero sicuro e sufficientemente saldo sui confini. A livello politico, Tiberio mantiene sostanzialmente intatto l’ordinamento augusteo, assicurandone la continuità e, possiamo dire, il successo. Tuttavia, il suo carattere scontroso e la sua incapacità di farsi benvolere lo hanno condannato probabilmente molto più di quanto meritasse.