Politica

L’Omofobia Uccide, Attacchi Al Governo

Roma, un ragazzino si è gettato dal tetto del condominio a causa dell’omofobia e il governo riceve forti attacchi dalle rappresentanze gay.

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L’omofobia ha fatto una vittima ed è accaduto nella notte di tre giorni fa a Roma, quartiere San Basilio: un ragazzino di 14 anni si è lanciato dal tetto del proprio condominio lasciando due messaggi d’addio, nei quali ha attribuito la volontà del proprio estremo gesto alle prese in giro ricevute a causa della propria presunta natura di omosessuale. Pur non essendo, purtroppo, il primo caso di questo tipo, il folle gesto di questo adolescente cade con raccapricciante tempismo in un periodo di forti tensioni, dovute alla mancata approvazione del ddl anti-omofobia. Facendo da coro ai giornali che hanno riportato la notizia, si sono sollevate le voci di tutti i maggiori esponenti della comunità omosessuale, quasi tutti scagliandosi contro la classe politica rea di trascurare l’argomento omofobia.

Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, dopo aver snocciolato le cifre di una ricerca che vuole su un campione di 4 mila studenti delle scuole superiori tra i 14 ed i 18 anni, circa il 5% dichiarati omosessuali di cui uno su 3 ha pensato almeno una volta al suicidio, lancia pesanti accuse al governo, affermando: “La politica smetta di giocare sulla pelle dei gay ed il presidente Letta approvi d’urgenza un decreto serio contro l’omofobia, come fatto per il femminicidio”.

Rincara la dose Flavio Romani, presidente dell’Arcigay, secondo cui: “Mentre i politici discutono di omofobia rassicurando i vescovi sul loro ‘salvacondotto’, la realtà con un tempismo tragico e maledetto ci sbatte in faccia il problema: è ai ragazzi e alle ragazze come questo quattordicenne che bisogna pensare quando si dibatte dell’omofobia”.

Il presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli parla invece di una responsabilità a cui tutti siamo inchiodati e afferma: “L’unica risposta vera che possiamo offrire per onorare la memoria di questo giovanissimo ragazzo e dei tanti che come lui soffrono nel silenzio è lavorare perché nessuna ragazza e nessun ragazzo omosessuali o trans debbano più sentirsi soli e sbagliati. Una legge vera contro l’omofobia e la transfobia è un primo e urgente segnale che ci aspettiamo e va necessariamente accompagnata da politiche culturali ad ampio raggio.”

Nichi Vendola, infine, tuona su twitter: Un’intera classe dirigente chieda perdono per aver consentito che odio per diversità diventasse lessico ordinario di contesa politica”.

Mentre quasi tutte le colpe vengono attribuite alla politica e la panacea di questo male viene individuata in una più o meno circostanziata normativa anti-omofobia, sembra ci si dimentichi che la vittima in questa triste vicenda è un giovane di appena 14 anni e le vessazioni da lui subite sono avvenute, verosimilmente, in ambito scolastico ad opera di propri pari e non in ambito aziendale o d’ufficio. Non sembra quindi possibile risolvere tutto tramite le leggi, ma è auspicabile un cambiamento globale di mentalità che le accuse incrociate di questi giorni difficilmente ispirano.

Sempre in questi giorni l’argomento omofobia è entrato nel vivo, a causa di tutti gli appelli che, complice l’inizio dei mondiali di atletica in Russia, sono stati indirizzati a Putin perché cancelli la legge anti-gay approvata dalla Duma lo scorso gennaio. Si tratta di una vera e propria legge bavaglio che vieta qualsiasi tipo di propaganda riguardo l’omosessualità. Il parallelo salta subito all’occhio: mentre il mondo intero lancia appelli per l’abrogazione di una legge fortemente limitativa del diritto di manifestazione del pensiero come quella russa, in Italia la compagine reazionaria del mondo cattolico lancia appelli e bolla come “bavaglio” il decreto legge in corso di approvazione che si limita a reprimere manifestazioni di odio, discriminazioni e istigazioni alla discriminazione legate all’omosessualità.

 

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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