Vitalizio del parlamentare, forte moralizzazione?
Il vitalizio del parlamentare è stato abolito o no? Ne parla Gianfranco Vitale membro delle commissioni Giustizia e sicurezza per la Repubblica del Parlamento Virtuale
Il vitalizio del parlamentare si caratterizza, sin dalla sua origine, per essere una rendita riconosciuta al soggetto sopra menzionato vita natural durante, ovviamente soggetto a norme di diritto pubblico
E’ necessario spendere qualche parola in merito a coloro i quali spetta la rendita mensile, difatti gli stessi condannati o meno, sino al 2012, riuscivano a maturare il vitalizio restando anche un solo giorno in Parlamento avendo però compiuto 65 anni di età. Il susseguirsi di Governi di varie aree politiche è stato inutile da questo punto di vista , in quanto tutti gli esecutivi hanno mostrato una certa ritrosia nel trattare l’argomento, sino all’anno 2012! Infatti quest’anno è ricordato oltre che per la fine del disastroso governo Monti anche per il cambiamento del sistema previdenziale per i parlamentari, in quanto è da allora che l’importo dell’assegno viene stabilito su base contributiva. Anche in questo caso gli esponenti del governo gridarono a gran voce “i vitalizi sono stati aboliti”, dimenticando i deputati che al seguito del regime del cumulo dei vitalizi avevano maturato una doppia pensione sino a quella data.
Inevitabilmente il provvedimento ha reso i trattamenti previdenziali leggermente più sobri, però persisteva comunque il problema di coloro che continuavano a recepire la rendita, ossia qualche esponente della prima repubblica ed altri soggetti che in Parlamento vi erano finiti per sbaglio vedasi Ilona Staller. Sono passati tre anni ma la musica non sembra essere cambiata , e di questi giorni la notizia che la Camera ed il Senato hanno abolito i vitalizi di deputati e senatori condannati! Il tutto potrebbe far pensare, come risulta dal tweet della Boldrini, ad un segnale di forte moralizzazione , ma ahimè non è cosi. Sicuramente non è eticamente corretto continuare ad erogare denaro pubblico a coloro i quali sono state elargite condanne a seguito di sentenza definitive, in quanto ciò contrasta con l’art 54 della nostra Costituzione, ma è anche vero che non è del tutto corretto procedere ad una classificazione dei reati. A dir della seconda carica dello stato la classifica dei reati di serie A sarebbe così composta : Mafia, Terrorismo e reati vs la PA (requisito minimo: condanna definitiva a due anni), ma in tutto ciò non si capisce l’esclusione del reato di abuso d’ufficio (ossia il più praticato).
Il codice penale lo menziona all’art 323 e tra i suoi presupposti vi è il dolo intenzionale, pertanto il soggetto attivo agisce allo scopo di generare l’effetto previsto (volizione dell’evento come conseguenza diretta della condotta dell’agente). I reati di serie B necessitano, invece, di una “condanna definitiva con pene superiori a due anni per delitti non colposi,consumati o tentati, peri quali sia prevista la pena di reclusione non inferiore nel massimo a sei anni”. Quindi dal momento che viene data la possibilità ai parlamentari di riottenere il vitalizio una volta smacchiata la propria fedina penale è evidente che il termine moralizzazione, usato dalla presidente Boldrini, non si riferisce ad un azione che rivendica l’importanza delle norme morali in campo sociale, bensì è tutto il contrario.
E’ necessario che tutta la classe politica adotti dei veri e soprattutto seri orovvedimenti in tal senso , ponendo fine a questa triste situazione che affligge da anni la credibilità della politica italiana
Un’analisi ineccepibile.
Veramente assurdo arricchire con un vitalizio chi si é arricchito commettendo un abuso d’ufficio…