Cronaca

Dimissioni capo Gabinetto Regione Lazio Maurizio Venafro

Dimissioni da poco rassegnate da Maurizio Venafro ex capo Gabinetto della Regione Lazio. Pubblichiamo la lettera integrale consegnata a Nicola Zingaretti

Trasmettiamo in integrale la lettera di dimissioni che Maurizio Venafro Capo di Gabinetto, ha indirizzato a Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.

“Caro Nicola,

è con molta sofferenza che ti comunico la mia decisione unilaterale ed irrevocabile di dimettermi dal mio incarico di Capo di Gabinetto della Regione Lazio.
Alcuni giorni orsono, dopo aver appreso di essere formalmente indagato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma in merito ad una gara d’appalto della Regione Lazio, sono comparso spontaneamente davanti i Pubblici Ministeri che conducono l’indagine; ho fornito tutti i chiarimenti che mi sono stati richiesti ed ho dato ampia e utile collaborazione per una corretta ricostruzione dei fatti.
Devo necessariamente prendere atto che la normale tempistica d’indagine, al netto di ogni retorico richiamo ad un’auspicabile rapidità, impone ai magistrati inquirenti di svolgere, con la necessaria attenzione, tutti i dovuti e complessi accertamenti; ciò è però (purtroppo) incompatibile con i tempi della politica, dell’informazione e, infine ma non per ultimo, con quelli della mia personale dignità.

Non intendo essere sottoposto ad uno stillicidio politico-mediatico e, in questo momento, grazie anche alla discrezione mantenuta dalla Procura di Roma sulla mia iscrizione nel registro degli indagati (fatto di cui non posso che ringraziare i magistrati inquirenti) mi è stato possibile riflettere, con la dovuta tranquillità, su quelle che potranno essere le inevitabili conseguenze allorquando, prima o poi, la notizia diverrà di pubblico dominio.
Ciò potrebbe comportare, com’è purtroppo uso di una certa deprecabile politica e come troppo spesso è accaduto in passato, un ingiustificato e strumentale tentativo di associare a detta indagine a mio carico, in ragione del mio incarico, la tua figura di Presidente della Regione Lazio che non ha nulla a vedere con l’indagine che, mio malgrado, mi riguarda.

Il solo pensiero che il rapporto amicale e di collaborazione che per tanti anni mi ha visto accanto a te possa essere strumentalizzato a tuo discapito mi preoccupa, se possibile, ancor più del mio personale, immotivato coinvolgimento e mi determina, quindi, ad interrompere il legame che sino ad oggi ci ha uniti per consentirmi di concentrarmi e difendermi solo ed esclusivamente dai fatti d’indagine.

Non posso, per ovvi motivi collegati al segreto d’indagine ed al doveroso rispetto dovuto ai Pubblici Ministeri che con grande professionalità stanno svolgendo indagini, esprimermi sul merito dei fatti che mi vedono, mio malgrado, coinvolto. Non ritengo, per altro, corretto difendermi a “mezzo stampa”, ma solo nel procedimento e nel rispetto delle regole processuali e per questo non intendo, finchè la mia posizione non sarà chiarita e chiusa con l’inevitabile archiviazione, conseguente alla mia estraneità ad ogni ipotesi d’accusa, parlare pubblicamente dell’indagine, dei fatti e delle ragioni che depongono per l’assoluta correttezza e trasparenza del mio operato.

 Il mio gesto è assunto, quindi, per permettere alla politica ed alla magistratura di fare il proprio lavoro senza condizionamenti reciproci, ed anzi in uno spirito di collaborazione che deve unire tutte le energie positive del nostro Paese. Credo non debba venir meno la fiducia in una politica buona e perbene ed in una magistratura indipendente che fa il suo lavoro fino in fondo.

Penso inoltre, nel rispetto dell’immenso lavoro di profonda riforma dell’organizzazione regionale portata avanti da me e da tutti noi fin dalle prime ore successive al nostro insediamento due anni fa, che questo mio atto sia utile e necessario a farvi proseguire l’opera di cambiamento radicale senza indugi od imbarazzi.

Questo, nella convinzione che bisogna andare avanti come abbiamo fatto fino ad oggi nel rispetto dei principi di legittimità, merito, professionalità e competenza, trasparenza, accessibilità e partecipazione. Principi che hanno sempre contraddistinto la mia storia personale e tutta la mia vita politica ed amministrativa che, chi mi ha conosciuto o mi conosce, credo, possa testimoniare. In ultimo permettimi di ringraziarti per la grande occasione che mi hai dato in questi ultimi anni di servire le Istituzioni pubbliche e di partecipare ad una grande e meritoria opera di cambiamento della Provincia e della Regione. Devi andare avanti, dovete andare avanti, tu e la Giunta, senza indugio perché i cittadini del Lazio e non solo hanno bisogno di tutte le vostre energie e la vostra determinazione.

Io vi seguirò con affetto e vicinanza e tiferò per il cambiamento che tu hai annunciato e che, insieme, abbiamo cominciato. A presto per una nuova avventura.”

A stretto giro giunge anche la risposta di Nicola Zingaretti

“Caro Maurizio, in questi anni ti ho voluto accanto a me perché conosco le tue capacità, la tua onestà e trasparenza. Con le tue parole e scelte, ti fai carico di un atto di grande responsabilità, non dovuto, di cui ti ringrazio; questo conferma ancora una volta la tua profonda sensibilità e il tuo rispetto nei confronti delle istituzioni che hai sempre servito con rigore, dedizione e intelligenza. A testimoniarlo non ci sono solo io ma le migliaia di persone che in questi anni hanno avuto modo di conoscerti e apprezzare la tua professionalità e serietà. Il coinvolgimento in un indagine non può essere considerato in alcun modo come una condanna e non prevede alcun automatismo per chi ha cariche pubbliche e non ho dubbio alcuno che il proseguo delle indagini dimostrerà la tua totale estraneità ad ogni addebito e la correttezza delle tue azioni. Questo da ancora più dignità al tuo atto. Del resto, sei stato in questi anni tra i principali e assoluti protagonisti di una stagione di rinnovamento amministrativo per riaffermare la legalità e la centralità del bene comune contro il prevalere di interessi di parte e gruppi di potere e di questo, anche in questo momento di grande dolore per me, torno a ringraziarti”

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Comunicazione e SBS edizioni si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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