Posizionate barriere in diversi accessi lungo il Tevere, ma sul mistero di migliaia di pesci morti nessuna risposta. Neppure l’interrogazione di William de Vecchis ha avuto soddisfazione.

Sono ormai quasi 20 giorni da quando, il 30 maggio, si sono notati primi pesci morti galleggiare sul Tevere. Da prima abbiamo riportato la segnalazione di Piergiorgio Benvenuti presidente di Ecoitaliasolidale, abbiamo poi fatto seguire una intervista a Silvano Simoni delegato del sindaco per l’Ufficio Speciale Tevere e infine abbiamo parlato con il senatore della Lega William de Vecchis che  nella prima settimana di giugno ha presentato una interrogazione ai Ministri competenti per ricevere informazioni sull’accaduto e sul risultati delle analisi.

È di un paio di giorni fa, invece, la notizia del posizionamento di alcuni new jersey in calcestruzzo come barriera in diversi accessi lungo il Tevere, questo per impedire sversamenti illeciti di rifiuti. L’intervento, si legge in una nota del Campidoglio, è portato avanti dal reparto Tutela Fluviale della Polizia Locale di Roma Capitale e al personale dell’area di Vigilanza Fluviale della Regione Lazio, e fa parte di una strategia coordinata dal Ufficio Speciale Tevere di Roma Capitale. Lo stesso comunicato rende noto che al momento dei primi rilevamenti effettuati da Arpa e ASL Roma1 Sembrerebbero non esserci sufficienti elementi di prova di possibili sversamenti illeciti nelle acque del fiume.

Questa mattina una nota di Ecoitaliasolidale a firma Benvenuti e Fabio Ficosecco

rispettivamente Presidente Nazionale e Coordinatore romano del Movimento informa della soddisfazione di detto intervento, ma non lo ritiene utile e “Soluzione ottimale né tanto meno può essere considerata in continuità rispetto alla moria di pesci. Se qualcuno ha sversato sostanze velenose nel Tevere dalle banchine ci dovrebbe essere stata una differente e tempestiva attenzione, significherebbe aver messo a rischio la salute pubblica dei romani”.

 Il senatore de Vecchis ci ha illustrato la sua interrogazione ed ha spiegato, nell’intervista che trovate a fondo pagina, che attenderà la fine di questa settimana, come cortesia e prassi istituzionale, per poi agire con una denuncia presso la Procura della Repubblica. Restiamo in attesa di sviluppi.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

2 thoughts on “Tevere, dai pesci morti ai new jersey”

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