Reddito di cittadinanza, una scelta liberale
Il Reddito di cittadinanza è una scelta che Paesi di maggiore tradizione liberale dell’Italia hanno adottato per consentire la crescita professionale e culturale delle loro nazioni evitando che il singolo, vittima dell’indigenza, diventi vera e propria merce nelle mani della criminalità abbrutendo in questo modo tutto il contesto sociale.
Spaventa molti. E’ bene dirlo subito, una soluzione del genere spaventa molti. Dall’impiegato che percepisce uno stipendio poco sopra la soglia della sussistenza, portato subito a pensare con scatto d’orgoglio suicida: “sono l’unico fesso a lavorare?”; al piccolo imprenditore perché: “adesso aumentano la tasse per coprire le spese”; fino al grande industriale che teme per la fine del sistema tutto italiano che gli ha consentito in questi decenni di socializzare le perdite e privatizzare i guadagni.
E’ liberale
Il reddito di cittadinanza è liberale perché sposta il sostegno dello Stato a chi veramente ne ha bisogno riducendo la spesa del welfare attraverso una rete di protezione sociale su base universalistica diretta e non mediata. Possiamo tranquillamente dire che altri provvedimenti non sono stati all’altezza: la Cassa Integrazione, i sostegni alle imprese decotte mantenute in vita già esanimi -noi italiani abbiamo predilezione per l’accanimento terapeutico-, la Cassa del Mezzogiorno ed altre iniziative stataliste di questo tipo non hanno fatto altro che arricchire le tasche di pochi, e al sud soprattutto la malavita organizzata, riducendo in schiavitù economica e morale tutti gli altri.
Il vecchio welfare ha fallito
Il sistema di welfare italiano ha drammaticamente fallito, basandosi sulla rete di protezione familiare -sui risparmi delle famiglie-, il mantenimento diretto della gestione di beni e servizi da parte del pubblico ed il sostegno ad imprese che in altri Paesi sarebbero lasciate al loro destino. Oggi la situazione economica italiana è drammatica, lo si capisce anche solo leggendo l’andamento dell’economia negli altri Paesi europei: l’Italia è ferma! E’ nelle nazioni di antica tradizione liberale che nasce l’idea del reddito di cittadinanza, ma anche in quei Paesi che hanno avuto una storia politica simile alla nostra dove ormai ha preso piede da tempo l’idea di un reddito che spetta al cittadino che non riesca a superare quella che viene considerata soglia di povertà: il 60% del reddito medio. Lo Stato interviene con tutta una serie di aiuti per il singolo disoccupato o inoccupato, per le famiglie monoreddito, o che non riescono ad arrivare ad una soglia minima di reddito. Si parla anche di aiuto per l’alloggio, la formazione, la genitorialità.
La contropartita per lo Stato è di varia natura. Il denaro investito sul singolo e sulle famiglie contribuirebbe direttamente alla ripresa dell’economia senza finire in gran parte nelle tasche di alcuni “intermediari”. Consentirebbe una crescita culturale e professionale del Paese che investendo nel reddito di cittadinanza chiederebbe al cittadino impegno per la riqualificazione professionale e la ricerca di lavoro. Anche all’aumento della scolarizzazione generale nel Paese oggi legata alle possibilità economiche delle famiglie che in molti casi non possono permettersi un figlio studente oltre la scuola dell’obbligo, lasciando sostanzialmente bloccata la possibilità per gli strati più bassi della società di poter raggiungere l’eccellenza.
La criminalità
Contro lo sfruttamento della manovalanza a basso costo da parte della criminalità. La malavita ed il malaffare regna lì dove manca la capacità culturale ed economica di opporsi, perché se si vuole sopravvivere bisogna adeguarsi a tutto, e l’uomo è un animale sociale, se la società si ammala si ammalano anche i suoi membri. Il reddito di cittadinanza è un argine a quella condizione di ricattabilità che mette gli indigenti nelle mani delle organizzazioni criminali. Non si intende realizzare una forma istituzionale di carità, né dare un sussidio ai furbi o peggio agli sfaticati. Si vuole invece mettere le persone nelle condizioni di cercare un lavoro adeguato senza essere costrette ad accettare qualunque cosa, qualunque forma di sfruttamento, per sopravvivere.
Il reddito di cittadinanza elevando il singolo al di sopra del ricatto morale, politico ed economico, gli consente di rifiutare il compromesso, che sia di natura criminale, sessuale o economica. Consente a chi già ha un lavoro di non essere continuamente ricattato con lo spauracchio dell’ondata di disoccupazione in corso e la “fortuna” di avere un lavoro a qualsiasi condizione.
I soldi ci sono
La copertura per iniziare col reddito di cittadinanza c’è, perché anche se le voci di bilancio indicate dal M5S, che di questa proposta ne fanno battaglia, possono non essere utilizzabili, è possibile trovare la copertura in tante altre spese sostenute dallo Stato a cui possiamo fare a meno: basta averne volontà!