Viola. con un arco tra Brividi e mistero
Lo strumento ad arco non ti regala niente, è piuttosto dispettoso, misterioso… Non ti viene incontro quando cerchi il suo conforto e la pazienza non basta quando il suono si ribella e l’arco ti lancia le sue innumerevoli sfide. Pensi che non sia affatto un amico fedele, a volte si fa odiare, ma considerarlo nemico è il modo più rapido per farlo arrabbiare sul serio e allora si che ti saluta!
E’ capriccioso, strizza l’occhio e fa linguacce, ma quando meno te lo aspetti sa mettere i brividi…
E’ un pezzo di legno riservato, cangiante, creativo, ogni giorno diverso! Conosce nel suo intimo un’infinità di suoni e sfumature, se lo sai prendere nel modo giusto si apre e te li confida tutti. L’importante è usare il linguaggio che gli piace; c’è chi lo comprende dopo anni, chi non lo trova mai, chi cerca altre strade, chi si danna e chi lo trasforma senza troppo soffrire. Dominarlo e amarlo è la sfida più bella che la vita possa lanciarti.
La viola è quello strumento ad arco a metà fra un violino e un violoncello, ma non più l’uno, né ancora l’altro, con un suono caldo ma difficile da gestire: a volte nasale, spesso malinconico eppure terribilmente intenso. Se potessi tornare indietro nel tempo, quando ho iniziato la vita da musicista, non potrei scegliere di suonare altro, perché quando si ama una fusione è difficile abituarsi ad un unico ingrediente. La viola si può avvicinare al suono acuto e agile del violino, come a quello grave e profondo del violoncello. Per secoli però questa caratteristica è stata uno svantaggio: il registro medio, l’essere a metà fra due estremi è quasi un limbo! E poi l’emissione è così difficile…
Vi spiego: la cassa armonica di una viola è sempre troppo piccola per avere il suono giusto, ma se si prova con una taglia maggiore diventa scomodo suonarla, faticoso più di quanto già non sia! Questo strumento è una lotta eterna per incoscienti. Lo ammetto, spesso nemmeno noi violisti sapremmo dare una spiegazione alla scelta di questo capriccioso pezzo di legno, ma una cosa ci accomuna tutti:
“Mi sono innamorato/a del suono”.
Ah, diffidate dei violinisti che scelgono di suonare anche la viola, i puri sono pochi. Per puri non intendo i bravi, ci sono molti violinisti/violisti di grande talento; voglio dire che gli autentici, cioè i bersagli delle barzellette orchestrali, nascono proprio violisti e tali restano anche se cambiano mestiere. Dovete sapere, infatti, che ci sono molte leggende metropolitane sui “suonatori di viola”; si dice ad esempio che siano sbadati, pigri, disordinati, abituati a fare zum-pa-pà, quindi perennemente in ritardo nel suonare a tempo e di conseguenza negli appuntamenti. Parlano con la fila durante le prove, non sono competitivi, se la ridono, dimenticano la cravatta in concerto e così via.
Leggende? Stare nel mezzo non è facile, soprattutto dopo epoche in cui la viola è stata principalmente di riempimento timbrico, spiccando di rado. Quando compositori come Haydn, Mozart, Beethoven e successivamente i Romantici e i Moderni, hanno rivalutato le potenzialità di questo strumento, grazie anche a solisti talentuosi, la viola ha sempre più incantato generazioni alla prima emissione di nota.
A volte scegliere di suonare qualcosa di vivo e cangiante come uno strumento di legno è una pena continua! Il suono cambia di giorno in giorno, l’accordatura se ne va per i fatti suoi con gli sbalzi di temperatura, per non parlare delle corde e dei crini dell’arco, che vanno spesso cambiati.
Però, se si riesce a trovare la predisposizione giusta, se si studia non esclusivamente tanto in termini di tempo, ma soprattutto bene -senza abbandonare la meta per mancanza di forze- inaspettata inizia la magia! Inutile sperare che lo strumento cambi idea rendendosi più flessibile, bisogna guardarlo con decisione, sussurrargli due parole e dopo aver tirato l’arco, iniziare ad accordare. Solo così puoi illuderlo che tu lo stia suonarlo senza troppe pretese.
Il suono esce fuori dirompente quando l’equilibrio è giusto, consapevole e condiviso. Si crea uno spazio comune fra persona e strumento, il linguaggio si mescola alle sensazioni, spargendosi nell’aria come un delicato aroma…
La viola inizia a cantare, finalmente! Ti guida essa stessa nello sfiorarla, l’arco ondeggia da solo, il vibrato diventa morbido e naturale, fino a quando il sogno di esprimerti con le sue note si concretizza:
è un po’ come un amante viziato che va conquistato ogni giorno.