Si può fare satira sulla disabilità?

Il sostantivo satira indica un genere di composizione che mette in risalto, con espressioni che vanno dall’ironia allo scherno, costumi e atteggiamenti tipici di una categoria o di un solo individuo.

Famose nella nostra cultura latina le Satire di Orazio dove l’autore colpiva in modo feroce la politica romana dell’epoca. Gli italiano quindi sono un popolo di satirici. Ma sulla disabilità quanto si può fare ironia? Qualche giorno addietro ho ascoltato un famoso comico italiano lamentare la difficoltà che incontra oggi nello scrivere testi satirici perchè sono molte le categorie intoccabili. Tra queste categorie citava anche i disabili. Questa cosa mi ha fatto pensare e devo dire un pò mi è dispiaciuta.

Io che vivo la disabilità in famiglia da molti anni ormai sarei disposta a sentire una bella battuta satirica sull’argomento. Dopo tanti anni dove la gente si rivolge a me solo con parole di conforto e coraggio mi piacerebbe sentire anche qualcosa di divertente, magari un pò irriverente, ma coraggioso e diverso, come lo siamo noi tutti i giorni.

Questa esigenza ho scoperto essere presente in tantissime persone con disabilità o che vivono accanto a persone con disabilità. Ed è così che ho scoperto il meraviglioso mondo di Disabill Kill ispirato al tarantiniano Kill Bill.

Disabill Kill è un libro a fumetti di Tullio Boi e Pietro Vanessi che ha come sottotitolo Sorridere nella disabilità dalla A alla Z

Sono vignette di dissatira (satira sulla disabilità), ironiche e mai tragiche dove si parla di coma, Dio, autismo, cecità, sordità e Alzheimer. L’autore Boi è affetto da sclerosi multipla da 24 anni e vive sulla sua carrozzina da diverso tempo. L’idea di scrivere il libro gli venne quando, a seguito della pubblicazione di una sua vignetta piuttosto irriverente sulla disabiltà, gli scrisse una signora dicendogli di non permettersi mai più di prendere in giro i disabili e che era un insensibile.

Boi rispose alla signora pubblicando la sua foto in carrozzina mentre la salutava e le sorrideva.

Una persona che non sa ironizzare di sè e degli altri si perde una parte importante di vita. La disabilità non è la fine della vita ma solo un capitolo. E in un capitolo si può scrivere tanto…

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Emanuela Fatilli

Emanuela Fatilli nata a Busto Arsizio dove tutt'ora vive, nel 1973 é sposata e madre di due figli Giovanni e Giacomo. Lavora presso l'ospedale di Magenta dal 1996 in qualità di Tecnico di Radiologia. Ha pubblicato il suo primo libro, " La casa infestata che non c'era l'albergo aperto", nell'ottobre del 2018 per la casa editrice milanese "Excogita ". Da settembre 2019 collabora con la WebRadio SenzaBarcode come speaker e autore per il programma Disabilità e Benessere.

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