Montespaccato, tra voragini, fermate soppresse e abbandono
Montespaccato, periferia ovest di Roma. Voragini, ACEA, fermate soppresse, linee deviate e autobus che non effettuano le corse. E adesso a chi diamo la colpa?
Montespaccato è una di quelle borgate di Roma che fanno capire quanto è complicata questa Capitale. Nell’arco di 5 km, partendo da Monte -l’anello che collega via Enrico Bondi con via Antonio Pane- Valle -che percorre la via Cornelia- o da Caserma – Largo Re Ina dove ora c’è la caserma dei Carabinieri, una volta casa del Fascio- si arriva alla stazione dei treni –Aurelia– o alle fermate della metro A –Battistini o Cornelia-. Insomma potrebbe essere un paradiso, il grande polmone del parco dell’Acquafredda, piazza Cornelia con la sua bella chiesa, panetterie che sfornano cornetti e pagnotte, ragazzini che giocano a pallone nelle strade, addirittura gente che si saluta con un sorriso e che non chiude a tripla mandata la porta di casa perché “tanto ci si conosce tutti”.
Molto e male si è parlato di Montespaccato negli anni difficili della Banda della Magliana, ma chi ora ci vive sa che la qualità della vita in questa fetta del Municipio XIII è certamente migliore che da altre parti. Ma come ogni cosa buona che tocca suolo a Roma deve venire presto distrutta.
Una strada troppo stretta per il doppio senso di circolazione, ma anche l’unica a disposizione per mezzi pubblici e privati, va da sé che l’AMA fatica a passare con i mezzi più grandi e aggiungendo un paio di incivili che gettano divani o frigoriferi accanto ai cassonetti invece che portarli in discarica –servizio gratuito– il pattume in poco tempo sovrasta la carreggiata. Strada stretta significa anche mancanza di marciapiede, qui già più d’una disgrazia ferì la borgata, a Montespaccato un autobus TPL travolse una ragazza che perì sotto le ruote. Ne parlammo lo scorso anno poco prima che l’autista TPL venne prosciolto da ogni accusa.
Per via Cornelia transitano due line 981 dell’ ATAC e 985 a cura della TPL. Ben conosciamo i problemi degli autisti che, dalla privatizzata del trasporto locale che copre circa il 30% del servizio periferico, percepiscono stipendi a singhiozzo. A marzo 2015, dopo l’ordine del Tribunale, sono state soppresse 3 fermate -giusto un anno dopo il video a questo link.
Montespaccato è quindi tagliata fuori almeno al 30% se gli autisti TPL, in rivolta perché come troppo spesso accade, non percepiscono lo stipendio, ma se per disgrazia capita la voragine è la fine. A metà aprile all’altezza del civico 176 di via Cornelia, si apre una voragine, il problema causato da condutture ACEA, viene miracolosamente risolto nel giro di una manciata di giorni, tutti gridiamo al miracolo pre elettorale.
In casi come questo chi vive a valle ha tre possibilità per cercare di usare un mezzo pubblico; arrivare a via della Maglianella e cercare un bus che lo conduca verso la stazione dei treni, salire a monte e prendere il 980 ATAC o arrivare a Piazza Cornelia, nel cuore di Montespaccato e aspettare un mezzo per arrivare ad una stazione metro.
Il problema non sono i 600/1400 metri che si è costretti a percorrere –se si hanno “gambe buone”– , ma il fatto che le corse non rispettano più alcun orario. Non si può più fare il minimo affidamento alla tabella di marcia del sito Muovi Roma. Un esempio è la sera del 23 maggio, uscire di casa 40 minuti prima, arrivare al capolinea Antonio Pane e vedersi passare davanti due vetture -980- che a luce spenta se ne vanno pacificamente perché “hanno finito il servizio”. Quindi a chi deve uscire dal girone -divenuto infernale- di Montespaccato, resta una sola possibilità, arrivare a Piazza Cornelia -a quel punto nelle gambe si accumulano 2 chilometri abbondanti- e pregare che il 983 passi oppure, portafoglio alla mano, chiamare un taxi e lasciare che 20€ vadano ad accumularsi all’abbonamento annuale versato all’ATAC e siano sottratti dal bilancio familiare.
Tutto senza sapere a chi dare la colpa.
È ACEA il colpevole? Ora che la voragine si è riaperta a causa delle piogge -dopo 3 giorni, il che definisce la qualità del lavoro svolto nei giorni precedenti- ed è stato dichiarato che lungo la via dovranno essere effettuati altri due interventi e si dovrà chiudere la strada per diverse settimane?
Valentino Mancinelli, presidente Municipio XIII ha inviato una lettera al presidente ACEA Ato2 Paolo Saccani e al commissario Tronca per chiedere di incrementare i turni e finire quanto prima i lavori.
La colpa è dello stesso Mancinelli che ha lasciato che Montespaccato accumulasse tanti drammi? La colpa è degli autisti del 980 che non hanno effettuato le corse? È dei dirigenti ATAC che non hanno incrementato il personale sapendo che, mancando ben due linee, l’utenza è notevolmente compromessa?
Forse la colpa è solo degli utenti, quelli che ancora permettono che la loro vita venga compromessa da un susseguirsi di problemi che portano all’esasperazione. Montespaccato è una bella borgata, ci vivo e sceglierei di viverci. Ho anche scelto di non avere mezzi privati perché 250 euro annuali per l’abbonamento MetroBus mi sembrano abbastanza, ma non li ho interpretati come beneficenza!
Anche perché, quando mi costringono ad arrampicarmi a monte per aspettare un autobus che poi mi lascia a piedi, sono obbligata a passeggiare tra incuria, vetri, erba alta e rifugi di topi… la sola consolazione è che, almeno per questo, so a chi dar la colpa!