Baby prostitute crescono – Dal principe azzurro al pappone d’oro dei Parioli
Siamo passati dalla generazione in attesa del Principe azzurro della Disney a quella che aspetta la telefonata del pappone d’oro.
A leggere i verbali delle dichiarazioni rilasciate dalle due baby prostitute dei Parioli al PM Cristiana Macchiusi, quello che traspare è tutt’altro che una storia di sfruttamento della prostituzione minorile, soprattutto da un punto di vista psicologico.
La ragazza con la madre complice parla della voglia di fare soldi facili. Ne parla con una serenità disarmante. Ha capito che niente più del sesso può darle potere sugli uomini e dalle parole trascritte nel verbale non traspare il minimo pentimento o dispiacere. Racconta al PM Macchiusi e al Procuratore aggiunto Monteleone la voglia delle due amiche del cuore di “far carriera” da sole, senza intermediari – papponi- che pretendano percentuali sul lavoro svolto.
L’opinione pubblica in seguito allo scandalo dei Parioli ha aperto gli occhi, si è levata i prosciutti dalle palpebre e ha capito che le adolescenti di adesso non solo conoscono e praticano del sesso, ma soprattutto non hanno il minimo problema a svendere il proprio corpo in cambio di soldi, regali o semplici ricariche telefoniche.
Di poche ore fa è infatti il nuovo “scandalo sessuale” e come spesso capita nel nostro Paese, l’Italia è unita davvero solo nella vergogna. Le nuove notizie arrivano dalla Milano bene, dalle scuole private, dai licei frequentati da figlie e figlie di … papà.
Le “ragazze doccia” sono baby prostitute tra i 14 ed i 16 anni. Si prostituiscono nei bagni di scuola, si propongono ai propri compagni, in cambio di soldi o di regali. Il loro soprannome deriva dalla facilità con cui queste ragazze cambiano partner sessuale, come “farsi una doccia” appunto.
Secondo gli studi del Professor Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, “scopritore” del fenomeno, le ragazze doccia provengono tutte da famiglie altolocate, usano i bagni delle scuole come alcove personali e sfruttano senza il minimo problema il proprio corpo in cambio di regali. Si è addirittura scoperta l’esistenza di un “menù delle prestazioni” – completo di tariffe- che ogni mattina, prima dell’inizio delle lezioni, le ragazze invierebbero ai vari compagni interessati.
E io che ricordo come se fosse ieri le parole di mia madre:
” non c’è un’età precisa, ma una cosa è certa, non devi mai darti al primo che capita, se lui ci tiene davvero a te, saprà aspettare il momento giusto per entrambi”.
Se a quattordici anni il valore che si da al sesso – che io alla loro età consideravo solo possibile se unito all’amore- è questo, cosa accadrà a 18, 20, 30 anni?
E soprattutto, una quattordicenne, per quanto sessualmente libera, sa quali sono le precauzioni che una donna deve prendere per evitare, non solo gravidanze indesiderate, ma soprattutto le malattie veneree?
Rischiamo di ritrovarci con una nuova generazione malata come quella che negli anni ’80 e ’90 è stata colpita dalla piaga dell’HIV?
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non so se sia colpa del patriarcato o dei genitori che hanno smesso di comportarsi come tali, pensando che sia meglio fare gli amici. Io ho 10/12 anni in più rispetto a queste ragazzine, ma sinceramente, credo che tra me e loro ci sia un gap non indifferente. Crescere in una società che reputa normale la mercificazione del corpo femminile porta inevitabilmente a sviluppi di questo tipo.
Grazie del commento 🙂
Tutta la colpa del patriarcato 🙂