Vertex: un viaggio tra passato e futuro per svelare la natura umana
In “Vertex”, Rosalba Mio esplora il futuro della Terra e l’impatto dell’umanità su di esso. Una storia di resistenza e riscoperta.
Rosalba Mio, nata a Catania nel 1973, si è sempre divisa tra scienze e letteratura, unendo la passione per l’astronomia alla dedizione per i libri. Dopo anni trascorsi nell’azienda di famiglia, ha scelto di riscoprire l’amore per la scrittura, oggi, Rosalba torna con “Vertex”, edito da SBS Edizioni, un’opera che ci proietta in un futuro devastato, dove la speranza e la memoria dell’umanità si incontrano in un contesto apocalittico.
“Vertex” è una riflessione profonda sulla nostra natura, sulla ciclicità della storia umana e sull’eterno contrasto tra distruzione e rinascita. Rosalba Mio mescola abilmente narrativa sci-fi e temi di grande attualità, esplorando il rapporto tra l’uomo e la tecnologia e le conseguenze di scelte miopi e autodistruttive.
Come è nato il concept di “Vertex”? Cosa ti ha ispirato a raccontare una storia ambientata in un futuro devastato, dove l’umanità deve affrontare le conseguenze delle proprie scelte?
Vertex è nato dalla riflessione su quanto il nostro presente influenzi il futuro. Cambiamento climatico, uso incontrollato della tecnologia e guerre: questi temi mi hanno spinta a immaginare un mondo devastato dalle conseguenze delle scelte umane. Ho voluto raccontare una storia che fosse sia un’avventura appassionante che un invito a riflettere sul nostro impatto sul pianeta.
Nel libro hai creato un’interfaccia temporale, chiamata Vertex, che permette di rivivere eventi cruciali del passato. Quali sfide hai affrontato nello sviluppare questo elemento narrativo e cosa rappresenta per te il viaggio nel tempo?
La sfida più grande è stata mantenere coerenza tra i diversi periodi storici e collegarli alla trama principale. Il viaggio nel tempo, per me, è un mezzo per esplorare le conseguenze delle scelte umane: guardare il passato per capire il presente e cercare un futuro migliore.
La figura di Mira, una generale della resistenza, è centrale nel libro. Come hai lavorato sul suo personaggio e quali aspetti del suo percorso ritieni siano i più significativi per i lettori?
Mira è il simbolo della resilienza e della lotta per ciò in cui si crede. Ho lavorato per renderla umana e complessa, mostrando sia la sua forza che le sue fragilità. Penso che i lettori possano identificarsi con il suo coraggio e il suo desiderio di cambiare un mondo che sembra già perduto.
HoG è un’intelligenza artificiale con un piano oscuro per “salvare” il pianeta. Che ruolo ha la tecnologia in “Vertex” e come hai voluto rappresentare il rapporto tra umano e artificiale?
In “Vertex”, la tecnologia è una forza ambivalente: può essere salvifica o distruttiva, a seconda di come viene usata. Con HoG, ho voluto mostrare i rischi di affidarsi ciecamente all’intelligenza artificiale, che può diventare una minaccia se non viene controllata e guidata dall’etica umana.
L’idea di due esseri cosmici che indagano sulle cause della distruzione dell’umanità è molto affascinante. Quale messaggio hai voluto trasmettere attraverso questi osservatori esterni?
Gli Osservatori rappresentano uno sguardo imparziale sull’umanità, mettendo in luce le nostre capacità di costruire e distruggere. Attraverso di loro, ho voluto invitare i lettori a riflettere su quanto possiamo imparare dai nostri errori, se solo scegliessimo di guardarci con onestà.
Il futuro che dipingi in “Vertex” è cupo, ma c’è anche un messaggio di speranza. Cosa vorresti che i lettori portassero con sé dopo aver letto il tuo libro?
Vorrei che i lettori capissero che, anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre una possibilità di cambiare. La speranza sta nella consapevolezza e nell’impegno: ogni piccola azione può fare la differenza per costruire un futuro migliore.