Salario accessorio, il tira e molla del Campidoglio
Salario accessorio. Spetta ai dipendenti restituire i 340 mln al MEF? E il salario accessorio non erogato nel 2015? Ne parliamo con Fabrizio Ghera FdI-AN
Prima la notizia che il salario accessorio non erogato nel 2015 sarà pagato, in due tranche a maggio e giugno, dopo apprendiamo che il Campidoglio deve restituire al MEF 340 milioni di salario accessorio “ingiustamente versato”. E’ ovvio che le notizie cozzano e l’atteggiamento dell’Amministrazione capitolina deve essere più possibile spiegato. Per fare un po’ di ordine, SenzaBarcode, ha intervistato Fabrizio Ghera, consigliere comunale nel 2015, amministrazione Marino ed esponente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.
Dove sta la verità Ghera? Il Campidoglio restituirà quanto non è stato erogato, taglierà servizi, posti di lavoro finanche entrerà nelle tasche dei dipendenti per restituire questi soldi al MEF?
“Innanzitutto va detto che si tratta di una vicenda gestita con grande superficialità dalla precedente amministrazione di sinistra, che ha lasciato appeso un problema che riguarda circa 24 mila persone, e parliamo di dipendenti comunali che percepiscono uno stipendio che oscilla tra i 1000 e i 1200 euro. E’ evidente quindi che se si taglia il salario accessorio si mettono in ginocchio migliaia di famiglie”.
Il Commissario Tronca decide di predisporre “gli atti propedeutici all’effettuazione del recupero, avvalendosi delle principali misure previste dall’attuale normativa”. Per cittadini e dipendenti potrebbe significare riduzione di servizi, esuberi, prepensionamenti e mancate assunzioni?
“E’ un balletto allucinante: si fa un passo avanti per poi farne due indietro. Con una mano il Campidoglio lavora per sbloccare il salario accessorio ma con l’altra si vuole impegnare il Comune di Roma alla ‘restituzione’ di 340 milioni di euro, da recuperarsi con tagli alle indennità dei dipendenti, ulteriore blocco assunzionale e tagli ai servizi dei cittadini. I dipendenti comunali non sono il bancomat del Comune, è inaccettabile, quindi, che siano loro a dover pagare centinaia di milioni di euro”.
Il 5 giugno ci saranno le elezioni, non sarebbe più ovvio lasciare alla nuova Amministrazione il compito di risolvere i problemi dei dipendenti capitolini?
“Diciamo che è singolare che un commissario, nominato dal Governo e ormai a fine mandato, prenda una decisione così complessa e a lungo termine. Stesso discorso, peraltro, per quanto attiene la riorganizzazione della macrostruttura cui Tronca sta mettendo mano. Crediamo sarebbe più logico e di buon senso che tali scelte e compiti fossero demandati al futuro sindaco della città e non al commissario che, nei limiti del suo mandato, deve attenersi alla gestione ordinaria dell’Amministrazione capitolina”.
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