Cronaca

Fondi Europei lanciati con un anno e mezzo di ritardo

USB denuncia il ritardo con cui sono stati lanciati i fondi europei nella Regione Lazio e vuole risposte da Zingaretti

Riceviamo e pubblichiamo

Con un anno e mezzo di ritardo la Giunta Zingaretti lancia la programmazione dei Fondi europei per il periodo 2014-2020 e sono molte domande a cui la Giunta Zingaretti dovrà dare risposta, dichiara Guido Lutrario, della Federazione regionale USB. Per esempio, quale impatto è previsto sulla disoccupazione, visto che la Giunta del Lazio confida sul fallimentare progetto Garanzia giovani o sul contratto di ricollocazione, una sorta di fantasma senza ricadute efficaci per i cittadini.

Ci avevano promesso un cambio di verso – prosegue Lutrario – ma finora nessuno lo ha avvertito. I fondi per le imprese sono destinati come sempre alle grandi aziende, eppure il 95% delle aziende della nostra regione impiega meno di 10 dipendenti e il 65% ha un solo addetto. Non è previsto alcun intervento sulle periferie di Roma; hanno completamente ignorato la politica della casa e per quanto riguarda le politiche di inclusione sociale sono previsti interventi non integrati, insistendo nella vecchia logica che in passato ha portato a buttare i soldi o a disperderli tra le solite lobby.

La programmazione di questi nuovi Fondi europei è nata male – sottolinea l’esponente USB – perché non hanno voluto confrontarsi con i territori, con i cittadini, con le stesse amministrazioni locali. Finanche la giunta di Roma è stata tenuta fuori dalla porta, pur avendo costituito  nell’autunno del 2013 una Agenzia ad hoc di collegamento tra Regione e Comune, la CREA, che finora non ha prodotto assolutamente nulla.

L’USB, insieme ad un’ampia coalizione di associazioni e movimenti locali sta proponendo da tempo un cambiamento vero nella gestione dei Fondi, puntando sul rilancio dell’occupazione a sostegno di attività di grande impatto sociale, dalla ristrutturazione delle case popolari all’assistenza all’infanzia, dalla cura del verde al rilancio della ricerca pubblica. Al centro della nostra proposta c’è la funzione del pubblico, mentre la Regione continua a perseverare nel sostegno al mercato. Ora devono dimostrare di avere regione oppure dichiarare il fallimento, conclude Lutrario.

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