Pollice verso per i dipendenti di Roma, poi si esce dal retro
1 agosto 2014, passerà alla storia come il tentativo (riuscito) di uccidere il dialogo e il confronto democratico. Ne fanno le spese 24mila dipendenti di Roma Capitale.
Grande dispiegamento di forze dell’Ordine comandate da Palazzo Senatorio a difesa del “fortino”. La Giunta deciderà di uscire dal retro e non incontrare la Piazza. La commedia in scena a Piazza Campidoglio è stata triste, grottesca oso dire. Dapprima, intervistando i sindacati e poi con Bonarota parlando del fatto avvenuto, avevamo l’impressione di avere a che fare con una Giunta spietata, cattiva e prepotente. Animata da un’autorità che l’Italia fatica a scordare. L’entità, guidata da Ignazio Marino, pareva inarrestabile, uno schiaccia sassi che passava serenamente su i suoi dipendenti.
Poi “mi casca” sull’uscita trionfale e preferisce l’uscita sul retro. E pensare che anche la macchina di Ignazio Marino era stata -strategicamente?- posizionata al fondo delle scale. Un blindato della Polizia di Stato e uno dei Carabinieri, Polizia Locale e Agenti in borghese schierati a difesa di Palazzo Senatorio. Gli Agenti ricevono l’ordine, e lo devono eseguire. La folla era infuriata, amareggiata e delusa. Chi urlava “vergognatevi” e “Marino vattene a casa” e chi si domandava come avrebbe pagato il muto dal mese entrante. Da una parte abbiamo il premier Matteo Renzi che “col renzino” ci abbuona 80 euro per far la spesa e riattivare l’economia, dall’altra il primo cittadino della capitale d’Italia toglie dai 100 ai 300 euro in media ai suoi dipendenti.
Forse c’è necessità di un chiarimento all’interno del Partito Democratico, forse sindaco e primo Ministro dovrebbero farsi un giro nella vita delle persone che erano in Piazza ieri 1 agosto 2014. Ma, come dice qualcuno, forse non servirebbe neppure questo.
E allora si vedono scene, drammatiche, come quelle proposte nel video. Indegne per una città civile, una ferita per Roma che sanguinerà fino a che non ci sarà una drastica inversione di rotta. Polizia Locale, insegnanti, dipendenti amministrativi, aziende partecipate, commercianti, studenti, turisti…. A Roma sono tutti scontenti, insoddisfatti e probabilmente pronti a tornare alle urne.
Ricordo “l’adagio” ripetuto come un mantra da Matteo Renzi durante la campagna elettorale per le europee “la politica è più lenta dei cittadini”: forse il sindaco Marino ha deciso di mettere un freno alla sua città, piuttosto che “velocizzare” la Giunta.