Repubblica Ceca-Italia 0-0. A.A.A. cercasi gli azzurri
Il match Repubblica Ceca-Italia 0-0 ha visto una tra le peggiori prestazioni da parte degli azzurri da quando Prandelli siede sulla panchina della Nazionale. Espulso Balotelli.
La situazione nel gruppo B sembrava piuttosto chiara: l’Italia di Cesare Prandelli stava dominando il girone grazie ad una serie di risultati che lasciava poco spazio alle critiche e ai mugugni, soprattutto grazie ad un bel gioco e ad un gruppo compatto ed affiatato. Andava tutto troppo bene.
Repubblica Ceca-Italia 0-0 ha, invece, clamorosamente rimesso in discussione tutto ciò che di buono avevamo visto di recente: la prestazione degli azzurri è stata fiacca, assolutamente insufficiente, insoddisfacente. La compagine ceca ha letteralmente sovrastato l’Italia, e non s’è aggiudicata l’intera posta in palio solo a causa di Gigi Buffon, autore di una serie d’interventi decisivi che hanno salvato il risultato. Il primo posto è ancora al sicuro, ma le preoccupazioni sembrano lecite.
Stanchezza post campionato? Mancanza di motivazioni? I tifosi azzurri sperano semplicemente in una giornata no: e tra le difficoltà, sorge il nervosismo, e con il nervosismo brilla (si fa per dire) il lato oscuro di Mario Balotelli, capace di beccarsi due cartellini gialli in 4 minuti per due interventi assolutamente gratuiti, sanzionati con estrema fiscalità dal direttore di gara norvegese Moen. Lo sfogo dell’attaccante rossonero è stato veemente, con le telecamere che hanno ripreso impietosamente “Super Mario” che s’accingeva a prendere letteralmente a cazzotti e a calci il tunnel degli spogliatoi. Balotelli, nella mattinata successiva alla partita, ha poi deciso di chiedere scusa a tutti per il suo comportamento:
Da Buffon in giù, in realtà, tutta la squadra dovrebbe chiedere scusa ai tifosi: disattenta la difesa, malissimo Abate, sia in fase difensiva che offensiva, evanescente e inconcludente il centrocampo, attacco assolutamente inesistente. Un’Italia irriconoscibile, forse sopraffatta dalla veemenza e dall’ardore agonistico della Nazionale di casa, che ha mostrato tantissima quantità ma, fortunatamente per noi, poca qualità. Jiracek ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla sua fascia, Rosicky ha dimostrato per l’ennesima volta che la classe non è acqua e il laziale Kozak ha già prenotato un conto in sospeso con Buffon per la prossima stagione.
L’Italia, quindi, si presenta alla Confederation Cup con un bagaglio d’incertezze e tanto nervosismo, forse figlie di una serie di partite non proprio graditissime dai calciatori, probabilmente con la testa già ai mari del sud e alle spiagge più gettonate del mondo.