Caterina Vertova sta portando sulle scene italiane Malafemmina di Francesco Zarzana

Oggi, 27 marzo 2015, all’Auditorium di Formigine – Modena, un nuovo spettacolo dedicato alle madri, con uno sguardo particolare alle realtà di altre culture, soprattutto nord Africa, medio oriente e Asia.

Riceviamo e pubblichiamo

Madre sulla scena come nella vita, Caterina Vertova – che negli ultimi anni si è occupata molto di cultura islamica e integrazione – ha voluto fortemente questo progetto: “Essere attrice, per me, significa cercare un rapporto con il se più profondo. È necessario scavare dentro le proprie contraddizioni, per trovare il coraggio e la forza di restituire al pubblico un racconto emotivo davvero immerso nella realtà e nella responsabilità del vivere sociale. E’ un impegno importante, prima di tutto nei confronti delle nuove generazioni.”

Nei suoi 25 anni di carriera Caterina ha lavorato con grandi registi come Giorgio Strehler, Luigi Squarzina e Mario Missiroli . Fra i suoi successi, “Spettri” di Ibsen, “Macbeth” di Shakespeare e “Le tre sorelle” di Cechov, insieme a classici come “Elettra“, “Didone” e “Medea“. Al cinema ha debuttato con “Ginger e Fred” di Federico Fellini, e nel suo curriculum ci sono ilm come “Cuore Sacro” di Ferzan Ozpetek o “Lucrezia Borgia” di Florestano Vancini. Ma anche in televisione – dove è stata fra i protagonisti di tante fiction di successo (Commesse”, “Incantesimo”, “Il bello delle donne”, “Il Commissario”, “Io e Mio Figlio” “Gli Ultimi del Paradiso” e “Montalbano”) – ha accettato di interpretare soprattutto figure di donne vive e palpitanti, spesso lacerate da conflitti, donne che nascondevano, dietro al rassicurante gioco delle convenzioni, l’ansia di vivere l’avventura della vita in tutte le sue più contraddittorie manifestazioni.

Malafemmina – prodotto dalla Fondazione Piemonte Teatro Europa con il patrocinio di ALDA Association of the Local Democracy – è al centro di un progetto didattico che è stato avviato il 24 febbraio al Circolo dei lettori di Torino.

Marocco, Iraq, Medio Oriente, Europa. Un linguaggio universale. Quello delle donne. E quello delle madri. “Lo spettacolo Malafemmina” – spiega Francesco Zarzana nelle sue note –  “racconta storie vere, che lo fanno diventare un vero e proprio teatro di servizio, ponendo allo spettatore spunti di riflessione, trasmettendo esperienze, immagini e sensazioni in una ricostruzione poetica che è quella tipica del palcoscenico.”

Nel racconto, “donne e storie di donne. Un’immagine speculare di ciò che hanno dentro. Raccontarsi. Riviversi. E rovistare dentro se stesse. Al limite tra pubblico e privato, lecito o illecito, malvagità e normalità. Una giornalista uccisa al ritorno dalla spesa nella sua quotidianità, il silenzio del deserto, lo sguardo nascosto di una madre dietro un burqa, la vita spezzata di una donna che ha amato in maniera completa, un barcone volutamente rovesciato nel Mediterraneo che infrange i sogni di chi sperava in un futuro migliore, una donna ebrea scampata ai campi di concentramento che diventa araba per amore, non rivelando a nessuno la sua vera identità.

Sensazioni suscitate dai ricordi che si infrangono con una realtà che è mutata.”

By SenzaBarcode Redazione

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