Legge 8 giugno 1990, n. 142 (artt. 17-21) sulla riforma dell’ordinamento degli Enti locali. Si parla di città metropolitane, dovevano essere istituite in 12 mesi, dopo 24 anni siamo al via.

Roma, Torino, Milano, Bari, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Reggio Calabria.  dovranno presentare entro il 30 settembre lo statuto che farà entrare in vigore le città metropolitane. L’iter – o la passione – delle città metropolitane comincia con la legge 142 del 08/06/1990 che delinea due livelli di amministrazione locale: le città metropolitane e i comuni. Dopo varie posticipazioni si arriva alla legge n. 463 del 1993 che di fatto modifica la riforma con una parola, dall’ espressione originale si “procede” ad una più morbida si “può procedere”.

Con la legge n. 265 del 1999, si tenta di accelerare il processo, nel 2001, con la riforma del titolo V della Costituzione – legge costituzionale 3/2001 – le città metropolitane entrano nella Costituzione come Enti Locali che formano la Repubblica Italiana, nel  2009 la legge di delega sul federalismo fiscale dona altri 36 mesi al Governo per istituire le città metropolitane. Periodo che trascorre senza portare a termine l’obbiettivo, l’articolo 18 della legge n. 135 del 7 agosto del 2012 emanata dal Governo Monti stabilisce che entro il 1 gennaio 2014 vengano istituite le 10 città metropolitane. Ma la Corte nel febbraio 2013 la dichiara incostituzionale per violazione dell’art. 77 Cost., in relazione agli artt. 117, (2° comma lett. p) e 133, 1° comma Cost., in quanto il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio. Il 26 luglio del 2013 è il Governo Letta ad approvare un nuovo ddl -Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e sulle fusioni di comuni – varie modifiche lo rimpallano dalla Camera al Senato e alla Camera dove verrà finalmente approvato il 7 aprile 2014 con la legge “Delrio” num.56/2014 . A farle all’italiana maniera ci vuole un po’ ma poi ci si arriva. Ma cosa sono in definitiva le città metropolitane, da chi sono governate e quali poteri hanno?

Innanzi tutto la legge Delrio prevede  “la gratuità degli incarichi di: presidente della provincia, consigliere, componente dell’assemblea dei sindaci, sindaco metropolitano, consigliere metropolitano, componente della conferenza metropolitana. La gratuità decorrerà dalla data di insediamento degli organi delle Città metropolitane e delle Province.”  L’obbiettivo è quindi il superamento delle Provincie, l’istituzione delle città metropolitane, la promozione delle unioni e fusioni tra piccoli comuni. La tabella di marcia sembra tassativa e molto serrata questa volta; entro il 1 gennaio 2015 le benedette città metropolitane saranno una realtà. Si comincia in questi giorni ed entro il 30 settembre 2014 i presidenti (o commissari) dovranno convocare le assemblee con i sindaci per l’elezione dei consigli e alla fine dei lavori, appunto il 30/09/2014 trasmetteranno al consiglio metropolitano la proposta di statuto che lo dovrà approvare entro il 31 dicembre 2014.  Il 1 gennaio 2015 le città metropolitane subentreranno alla Provincie e ne succedono in tutti i rapporti e funzioni. Il sindaco del capoluogo diviene automaticamente il sindaco della città metropolitana – ad esempio, Ignazio Marino non solo sarà sindaco di Roma, ma pure di Roma città metropolitana – e la città metropolitana opera con il proprio statuto e i suoi organi, assumendo anche le funzioni proprie.

I consiglieri della città metropolitana sono 24 nelle città metropolitane con popolazione residente superiore a 3 milioni di abitanti, 18 consiglieri nelle città metropolitane con popolazione residente superiore a 800.000 e inferiore o pari a 3 milioni di abitanti, 14 consiglieri nelle altre città metropolitane, il consiglio dura in carica 5 anni, hanno diritto di elettorato – attivo e passivo – sindaco e consiglieri del Comune delle città metropolitane – ad esempio i 24 consiglieri che spettano a Roma saranno eletti tra i 48 che già sono in Assemblea Capitolina – lo statuto può prevedere però l’elezione diretta, con accordo unanime di sindaco e Consiglio metropolitano e  previa autorizzazione statale. Il consiglio è l’organo di indirizzo e controllo, approva regolamenti, piani, programmi e approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano; ha altresì potere di proposta dello statuto e poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio.

C’è molto altro da dire sulle città metropolitane, considerando inoltre che i tempi di Reggio Calabria sono differenti essendo attualmente Comune commissariato e Roma è Capitale, quindi con varianti nel regolamento.

Ogni giorno cercheremo di informarvi ma quelle che, pare, certo è che manca veramente poco affinché un organo superiore al Comune, guidato solo da alcuni membri del Comune, venga istituito… ma serviva veramente?

A presto con altri approfondimenti

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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