Questa mia ricerca è, chiaramente, una provocazione. Nulla è stato “inventato”, la provocazione sta proprio in questo, tutti gli strumenti per prevenire, trattare e punire la PAS esistono.

Di loro non lasciate solo l'ombra.
Di loro non lasciate solo l’ombra.

Abbiamo la possibilità di intervenire non appena il bambino dimostra i sintomi di una programmazione, possiamo leggere gli atteggiamenti dell’alienante in pochissimo tempo; qualora un bambino sia alienato lo possiamo trattare e riportare (non eliminare la programmazione ricevuta) ad elaborare la propria immagine, con i suoi strumenti, aiutandolo a formarsi e sviluppare le sue connessioni mentali, senza più obbligarlo ad immagini imposte (scenari a prestito).

Abbiamo la Costituzione Italiana, Codice Civile e Penale che puniscono chiunque faccia violenza su un bambino, chi non rispetta il diritto alla crescita e alla bigenitorialità. La mia domanda è, semplicemente, perché tutto questo viene permesso? Il rischio di “distruggere” un infanzia, programmare e condannare adulti (e bambini) al dolore cronico, consegnare la Società a pericoli (dal bullismo infantile alla delinquenza), complicare ulteriormente l’economia, (come se ve ne fosse bisogno) e rendere figli orfani di genitori vivi è, ormai palese, non un rischio ma un percorso che ci stiamo obbligando ad intraprendere.

Non è solo un dovere rispettare le leggi (umane e morali) ma un obbligo impedire un “massacro” di tali portate e impatto. Con le mie ricerche e le proposte in allegato possiamo rallentare i processi esistenti, modificarli (almeno recuperare il 90% dei casi) e impedire che la PAS sia la “nuova malattia”.

Genitori: unici responsabili. Io non voglio avere sulla coscienza milioni di bambini.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

6 thoughts on “PAS il male dei genitori cattivi. Conclusione”
  1. Una ricerca apprezzabile che contribuisce a rendere nota e riconosciuta la problematica.
    Ringrazio l’autrice per questo lavoro.

  2. Una ricerca apprezzabile che contribuisce a rendere nota e riconosciuta la problematica.
    Ringrazio l’autrice per questo lavoro.

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