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Immaginiamo un contenitore dove all’interno inseriremo tutti i sintomi del bambino e gli atteggiamenti dell’alienante, ora diamo un nome a quel contenitore ossia: Sindrome del Genitore Malevolo
 (considerata già grave patologia da separazione)
Per mia impostazione mentale cerco di agevolare sempre tutti gli eventi, semplificando di rimando la soluzione. La domanda che ha scaturito questa ricerca fu “perché necessitiamo di una sigla come PAS, quando abbiamo già almeno una Sindrome che ben evidenzia l’esistenza di un adulto programmatore e manipolatore della mente di un bambino?”
Ira Daniel Turkat apre la sua descrizione di Madre Malevola così “Un divorziato ottiene l’affido dei figli e l’ex-moglie gli brucia la casa. Una donna che era in guerra col marito per l’affido, compra ai figli un gatto pur essendo a conoscenza che il marito è allergico a questi animali. Una madre obbliga i figli a dormire in macchina per “dimostrare” che il loro padre li ha portati alla bancarotta. Queste azioni illustrano uno schema di comportamento anomalo che si è manifestato sempre più frequentemente con l’aumento del numero dei divorzi di genitori con figli” (Sono certa che Turkat non aveva la più pallida idea di quello che nel 2012 le divorziate/separati madri malevole sono in grado di fare) … citando ancora Turkat:
… La definizione proposta abbraccia quattro principali modelli di comportamento, come segue:
1.Una madre che senza giustificazione punisce il marito da cui sta divorziando o ha divorziato:
a.tentando di alienare i figli dal padre
b.coinvolgendo altri in azioni malevole contro il padre
c.intraprendendo un contenzioso eccessivo
2.La madre tenta semplicemente di impedire:
a.le visite regolari dei figli al padre
b.le libere conversazioni telefoniche tra i figli e il padre
c.la partecipazione del padre alla vita scolastica e alle attività extracurricolari dei figli
3.Lo schema è pervasivo e comprende azioni malevole come:
a.mentire ai figli
b.mentire ad altri
c.violazioni della legge
4.Il disturbo non è specificamente dovuto ad un altro disturbo mentale, pur potendo coesistere con un altro
disturbo mentale distinto.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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