Irene Testa. Amnistia, unico riscatto
La Corte Europa dei Diritti Umani ha condannato l’Italia a pagare 100000 € a sette detenuti delle Carceri di Busto Arsizio e Piacenza. Non è la prima volta, nel 2009 l’Italia è stata condannata a risarcire un detenuto bosniaco per i danni morali subiti a causa del sovraffollamento della cella in cui è stato recluso per alcuni mesi nel carcere di Rebibbia. Tra il Novembre 2002 e l’Aprile 2003, secondo quanto accertato dalla Corte, Sulejmanovic ha condiviso una cella di 16,20 metri quadri con altre cinque persone disponendo, dunque, di una superficie di 2,7 metri quadri entro i quali ha trascorso oltre diciotto ore al giorno. Vista la situazione che si ripete, risulta doppiamente grave il ripetersi a distanza di tre anni di tale condanna nei confronti del nostro Paese.
Domanda: Secondo lei siamo adesso in grado di poter garantire il rispetto ai nostri detenuti?
Risposta: La cosa assurda non è solo che nel 2009 c’è stata un’altra condanna, ma che nel 2010 il Ministro Alfano ha dichiarato lo “stato di emergenza”, un anno dopo proprio per far fronte a quella condanna Europea. Dal 2009 sono passati quattro anni e l’emergenza non solo non è stata risolta ma invece si è aggravata!
D: Diritti umani c’è chi pensa che i detenuti abbiano perso i propri diritti nel momento in cui hanno assunto una colpa e che quindi giustificano i loro maltrattamenti all’interno delle carceri. Cosa risponde a coloro che la pensano così?
R: Intanto la legge non prevede il carcere come “reclusione” ma come “rieducazione”, quindi è un’illusione stupida pensare che rinchiudere le persone in una scatola le renda innocue, visto che la maggior parte di quelle persone usciranno dal carcere e continueranno a delinquere, ancora più arrabbiate di prima perché piegate dal dolore e dalla rabbia di avere vissuto mesi reclusi in condizioni disumane.
D: Il 18 Dicembre abbiamo intervistato il Responsabile Giustizia del Partito Democratico On. Andrea Orlando il quale alla nostra domanda riguardo a come il PD si comporterebbe nei confronti dell’amnistia ha risposto che non lo ritengono un modo utile a risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri e che sarebbe stata necessaria una riforma, ad esempio depenalizzazioni e misure alternative, che ovviamente non sono state fatte. Lei come gli farebbe cambiare idea?
R: Io penso che la maggior parte della Partitocrazia Italiana è impregnata di un’ipocrisia unica! Tutti si nascondono dietro queste affermazioni che non considerano l’amnistia una soluzione ma che la soluzione sarebbe adottare delle misure alternative o modificare alcune leggi, peccato che le misure alternative esistono da anni e non solo sono state applicate poco e riducendole sempre di più. L’ultima parola, poi, è sempre affidata ai giudici e ai magistrati i quali sono pochi e i processi sono troppi e a causa di questo il 42% dei detenuti rimane in carcere in custodia cautelare, la metà di questi vengono dichiarati innocenti e vengono assolti, e nessuno si spiega come poi smaltire l’arretrato. Noi chiediamo l’amnistia per questo, per azzerare tutto e ripartire da “zero”, perché altrimenti ogni riforma che i ben pensanti vanno ponendo, come noi stessi Radicali abbiamo proposto spesso anche nella scorsa legislatura, non servirebbe a nulla.
D: In passato il Senato non ha approvato il provvedimento riguardo a delle misure alternative di detenzione, nonostante su di esso la Camera avesse espresso la maggioranza, oggi Napolitano riguardo all’ultima condanna della Corte Europea dice che la questione deve poter trovare ancora “primaria attenzione”. Di questa situazione e di tante altre il Governo parla spesso di priorità affermando che il sovraffollamento delle carceri così come il divorzio breve o coppie di fatto ecc. non rientrano nelle situazioni urgenti da risolvere. Perche secondo lei dovrebbero invece rientrarci?
R: Dovrebbero rientrarci perché sono migliaia le persone che lo Stato, tutti i giorni, sottopone a ogni forma di tortura, uno Stato che sta violando la legge, soprattutto perché la Costituzione non dice questo. Io credo, quindi, che il Presidente Napolitano non solo avrebbe dovuto intervenire maggiormente con un messaggio alle Camere non solo lagnandosi o dispiacendosi della situazione odierna dopo avere vissuto in cecità per tutti questi anni, ma dando indicazioni su come poter risolvere il problema, perché quando ci si rende conto che il proprio Stato sta effettivamente “violando la legge” il Presidente ha l’obbligo di intervenire. Perché quando Pannella definisce le carceri delle vere e proprie Shoah, non è un’esagerazione, ha ragione, perché il modo in cui queste persone vengono trattate non si può definire in un altro modo. In questi giorni si sente parlare spesso di sovraffollamento delle carceri ma sappiamo che non è solo quello il problema che affligge i detenuti.
D: Ci può descrivere qual è la situazione reale in cui si trovano i detenuti nei penitenziari italiani?
R: Chiaramente il sovraffollamento è solo il punto di partenza di una serie di problemi che affliggono i penitenziari italiani, come per esempio i problemi relativi all’igiene, l’amministrazione non ha più nemmeno i fondi per assicurare i beni per la pulizia delle celle e quella personale dei detenuti, di conseguenza alcune malattie che nella vita “al di fuori” sono scomparse invece all’interno delle carceri perdurano, come la sifilide, la scabbia, malattie che vengono portate in Italia dagli immigrati che non avvengono il permesso di soggiorno non si sottopongono alle normali visite e quindi si scopre in carcere che sono affetti da queste malattie. Quindi le carceri sono ormai diventate un ritrovo di “poveri e di malati”, facendo una stima si scopre, infatti, che sono pochi coloro che realmente sono rinchiusi in carcere perché hanno commesso un reato grave, che cioè presume una reclusione a lungo termine, la maggior parte dei detenuti sono persone arrestate per droga o afflitte da patologie psichiatriche che più che una reclusione necessiterebbero di una “riabilitazione”, problemi quindi che andrebbero curati all’esterno, in strutture appropriate, invece ci si illude di risolverli chiudendo queste persone in una cella.
D: Le elezioni sono vicine che cosa si aspetta dal nuovo Parlamento riguardo a questa situazione?
R: Dal nuovo Parlamento mi aspetto molto poco vista la composizione politica che si sta prospettando, mi auguro solo che la lista “Amnistia, Giustizia e Libertà” che noi abbiamo formato e di cui io sono Capolista in Sardegna possa in qualche modo entrare a far parte di questo nuovo Parlamento, altrimenti ho veramente paura che questi temi siano completamente cancellati senza una presenza Radicale in Parlamento.