Whatsapp con cambio privacy è subito boom Telegram, +25 mln utenti. Associazione Visionari “in Italia psicosi privacy ingiustificata”.

VISIONARI No Profit, associazione per la promozione e la divulgazione di scienza e tecnologia per il miglioramento della società, mette oggi in guardia gli utenti dai rischi connessi alla privacy dei servizi di messaggistica per smartphone. “Tutti i servizi di messaggistica accedono a dati utenti. Ecco le differenze tra whatsapp, telegram e signal sul fronte della raccolta dei dati”. Dopo l’avviso diffuso da WhatsApp circa le nuove condizioni contrattuali e i termini di servizio dell’applicazione, In Italia si sta registrando una vera e propria psicosi di massa che spinge gli utenti a passare ad altre applicazioni di messaggistica come Telegram e Signal – spiega VISIONARI – Tuttavia in pochi sanno che tali servizi utilizzano spesso gli stessi codici e raccolgono, al pari di Whatsapp, una serie di informazioni dei cittadini che ne fanno uso.

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Ad esempio WhatsApp e Signal utilizzano lo stesso codice di crittografia per i messaggi

quello sviluppato da Open Whisper Systems (che è la fondazione che ha creato Signal); Telegram, invece, non ha una crittografia End to End (E2E) (ovvero, i messaggi non sono crittografati sui server di Telegram) e si può risalire quindi al loro contenuto. Le uniche chat di Telegram che hanno una crittografia, sono le “chat segrete”. Bisogna dunque iniziare a messaggiare con qualcuno tramite chat segreta, se si vuole avere una chat crittografata – informa VISIONARI.

Non solo: Telegram, alla pari di WhatsApp, rileva e condivide metadati (posizione, soggetti a cui abbiamo inviato messaggi, durata delle conversazioni, ecc.) e non si conosce la destinazione dei dati degli utenti raccolti dalla società.

Signal al momento non raccoglie metadati e sembra offrire un’alternativa, trattandosi di una fondazione e non di un’azienda privata. Tuttavia raccoglie comunque informazioni come il numero di telefono dei propri utenti, e ad oggi non è dato sapere se e come siano utilizzate tali informazioni.

Ad oggi, passare da WhatsApp ad altre piattaforme di messaggistica risulta piuttosto inutile

informa VISIONARI – Questo perché la quantità o le tipologie di dati raccolti non sono elementi utili a definire la sicurezza di un servizio di messaggistica istantanea, né a livello informatico, né a livello di privacy, senza contare che abbandonare WhatsApp per altri servizi ma mantenere il proprio account su Facebook, Twitter, Instagram o altri social, non modifica il bilancio tra dati protetti e dati rilasciati.

Ufficio stampa www.visionari.org 

By SenzaBarcode Redazione

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