Il direttore dell’ Agenzia Regionale Sanitaria, Enrico Bordoni, replica alle recenti polemiche riferite al personale dell’ Agenzia Regionale Sanitaria

“Nessun incredibile primato dell’Ars, ma una struttura sanitaria del servizio sanitario regionale all’avanguardia, con un’organizzazione strutturata, in analogia a quanto previsto nelle altre Regioni, che prevede per le funzioni di carattere amministrativo-gestionale solo  due dirigenti amministrativi, mentre le altre figure dirigenziali rivestono in prevalenza compiti e mansioni di analisi, indirizzo, ricerca e monitoraggio di natura sanitaria, non riconducibili alle tradizionali attività d’ufficio.

L’ Agenzia sanitaria regionale, infatti, svolge una pluralità di funzioni e compiti, spesso collegate a obblighi di legge e adempimenti ministeriali che richiedono, per il loro assolvimento, competenze specifiche e professionalità consolidate, anche gestionali, nell’ambito del sistema sanitario. L’Ars ha attualmente una dotazione di 57 dipendenti con profili non dirigenziali, in parte dipendenti dell’ARS o della Regione e in parte degli altri enti del servizio sanitario; inoltre, vi sono 33 dirigenti di vari profili, in massima parte sanitari, ma per quei compiti che richiedono una qualifica di elevato spessore specialistico, di cui quattordici sono impegnati a tempo parziale (diversi casi per un solo giorno alla settimana).

Il paragone con altre strutture amministrative regionali non è quindi pertinente, perché l’attività dell’Ars non è amministrativa, ma ricopre campi sanitari specifici. Tra l’altro, il Contratto collettivo degli enti locali, che disciplina la gestione del personale regionale, non prevede la possibilità di assumere figure sanitarie che quindi l’Ars è obbligata ad acquisire dagli altri enti del servizio sanitario (ad esempio: farmacisti, veterinari, chimici). La gran parte di questo personale, con figura dirigenziale sanitaria acquisita negli enti di provenienza, ovviamente, non viene distolto da attività di assistenza diretta ai malati, ma proviene da altri settori dell’organizzazione sanitaria a indirizzo igienico organizzativo.

Non creano, di fatto, pregiudizio per le altre attività istituzionali e non determinano un aumento dei costi  per l’Ars, in quanto provengono dalla dotazione degli altri Enti, d’intesa con le relative direzioni generali, creando, se vogliamo chiamarla così, un’economa di scala che determina un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e finanziarie e un travaso di conoscenza ed esperienza tra gli enti del servizio sanitario regionale che arricchisce la funzionalità della sanità marchigiana globalmente intesa.

Quindi quella dell’Ars è una gestione oculata, calibrata, anche nelle figure professionali e dirigenziali, alla reale necessità dei compiti assegnati”.

By SenzaBarcode Redazione

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