Giustizia Carcere, Bernardini (Radicali): per la neo-nominata responsabile giustizia del PD i trattamenti inumani e degradanti sono rieducativi. Ecco il nuovo che avanza, con Renzi. Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria Nazionale di Radicali italiani

Carceri Italiane

La neo-nominata  -da Matteo Renzi responsabile Giustizia del PD spiega ai giornali che amnistia e indulto non risolvono il problema del sovraffollamento carcerario e creano nei cittadini l’idea che non esistono pene certe e fanno venire meno la funzione fondamentale del carcere, cioè la rieducazione.

Per Alessia Morani, evidentemente, la “rieducazione” consiste nei trattamenti inumani e degradanti che, attualmente e da anni, vengono praticati nelle nostre carceri. Non deve essersi letta né il messaggio del Presidente della Repubblica alle camere né quanto affermato dalla Corte costituzionale in una recente sentenza: di fronte a tali trattamenti – che secondo l’art. 3 della Cedu vanno sotto il nome di “tortura” – c’è l’obbligo di intervenire per rimuoverli. Lo dice anche la sentenza Torreggiani della Corte EDU, che impone all’Italia di rimuovere questo stato di flagrante illegalità entro il prossimo 28 maggio.

Figuriamoci poi se l’on Alessia Morani si sia presa la briga di documentarsi sulle condanne trentennali della stessa Corte di Strasburgo inflitte all’Italia per l’ “irragionevole durata dei processi“, violazione cronica che secondo il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa mette in pericolo lo “stato di diritto” nel nostro Paese! D’altra parte, cosa pretendere da una responsabile “giustizia” che nel suo mandato si è limitata a co-firmare atti parlamentari (disegni di legge, interrogazioni, ordini del giorno e mozioni) nessuno dei quali riguardanti il carcere o la giustizia?

Il giorno di Natale, marceremo “per l’amnistia, la giustizia e la libertà, con Don Antonio Mazzi e tanti altri, da San Pietro a Palazzo Chigi, per rispondere ad un “imperativo categorico morale” – come ha definito l’amnistia la guardasigilli Cancellieri – e per rispettare la Costituzione italiana, la più “bella del mondo” e la più violata nei suoi principi fondamentali.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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