Confederations Cup 2013: trionfa il Brasile, Italia di bronzo

La Confederations Cup 2013 s’è conclusa con la trionfale vittoria dei padroni di casa, che hanno asfaltato la Spagna con un secco 3-0. L’Italia, stavolta vincente dagli 11 metri, si aggiudica il terzo posto.

Confederations Cup 2013

 

Per battere i migliori, bisogna disporre anche di una certa spavalderia. Non bastano tecnica, cuore e grinta. Il Brasile di Scolari, di fatto, ha dimostrato di disporre di tutte queste qualità, oltre che di una sana dose di cinismo, essenziale per vincere partite come queste. La Confederations Cup 2013 ha visto il trionfo della nazionale verdeoro, che di fronte al proprio pubblico ha schiantato la Spagna con un perentorio 3-0. Sì, proprio loro, i campioni di tutto.

Ancora una volta Fred ha zittito gli scettici con una doppietta d’autore, sciorinando un misto di bravura, tecnica ed opportunismo, mentre Neymar ha dimostrato ancora una volta di meritarsi l’appellativo di “nuovo fenomeno” del calcio mondiale, stavolta con qualche tuffo in meno e qualche giocata in più. Strepitoso anche Julio Cesar: l’ex portiere nerazzurro sembra più in forma di prima, nonostante una certa età, salvando la sua nazionale più volte durante il corso del match. E gli iberici? La nazionale di Del Bosque, nonostante le recenti vittorie, aveva cominciato a mostrare diverse crepe già dal match contro la Nigeria, crepe trasformatesi in voragini durante l’incontro con gli azzurri; gli spagnoli, in quel frangente, furono “salvati” dall’imprecisione e dalla sfortuna della Nazionale di Prandelli, ma contro il Brasile tutte le lacune sono venute fuori in maniera marcata e plateale. Il segnale della fine di un ciclo, o una semplice resa di fronte ad una nazionale più in forma mentalmente e fisicamente? Probabilmente lo scopriremo a Brasile 2014.

E l’Italia di Prandelli? Il terzo posto, a dire la verità, è sembrato un contentino, per un paese dove è importante solo ed esclusivamente la vittoria. Sia i tifosi che i giocatori stessi non sono sembrati particolarmente entusiasti, ma parzialmente soddisfatti: per la serie, “poteva andare meglio”. Ma poteva anche andare peggio. La Nazionale azzurra esce da questa Confederations Cup 2013 con un infinito bagaglio di certezze, e tantissima fiducia per i prossimi eventi: nonostante una condizione fisica approssimativa e tanti infortuni, l’Italia ha retto contro tutte le avversarie, mostrando un orgoglio non indifferente e una qualità tecnica non indifferente, capitolando realmente solo con il Brasile. L’attacco, orfano di Balotelli, è apparso ancora piuttosto evanescente, ma la classe a centrocampo non manca, e la difesa ha saputo reggere quando ha assunto l’assetto a 3. Capitolo Buffon: il portierone nazionale ha mostrato qualche incertezza di troppo durante questa competizione, soprattutto sui calci piazzati (sia quello di Neymar che quello calciato da Cavani sembravano assolutamente abbordabili), ma il campione sa respingere prontamente le critiche al mittente, e dopo le polemiche sui rigori “non parati” contro la Spagna, diventa il protagonista della lotteria contro l’Uruguay e tutti tornano ad osannarlo. Gli stessi che lo davano per finito.

Si sa, il calcio è lo sport preferito del popolo dello stivale, ma a volte sembra che tale disciplina venga superata prontamente da un altro “sport” molto amato dagli italiani: quello della “critica gratuita”. Alla fine, con questa mentalità, tutti ne usciamo sconfitti: i giocatori in campo prima e i tifosi stessi poi, pronti a rimediare l’ennesima figuraccia dopo esser stati smentiti prontamente da coloro i quali erano diventati i loro bersagli, motivi del loro sadico divertimento.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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