Ma chi lo ha votato? le croci su Berlusconi
Queste elezioni erano attese più del 46 barrato: passa talmente raramente che i passeggeri sopra sono andati alle urne convinti si votasse ancora per il partito fascista. Sconvolti dal non vedere il simbolo col fascio littorio sopra, hanno ripiegato su quello con i cinque astri.
Ora, a pochi giorni dai risultati, le domande sono tante: Bersani ha vinto perdendo o ha perso vincendo? Grillo si metterà a dialogare o continuerà a starsene barricato dietro le idee del movimento? Il 46 barrato è passato? Ma soprattutto, chi diamine ha votato per l’ennesima volta Berlusconi? Ecco, per l’ultima domanda io la risposta ce l’ho: tutti.
Berlusconi lo abbiamo votato tutti noi. Ma non mettendo una ics sul simbolo, ma tutte le volte che abbiamo messo una croce sopra la nostra morale, sulla nostra dignità. Lo abbiamo votato approfittando del condono per il gazebo in pietra leccese nel giardino che abbiamo usato quella volta e basta, che poi non abbiamo nemmeno i soldi per tenerlo in piedi. Però sai che figurone con i vicini.
Lo abbiamo votato quando l’idraulico ci ha detto “però senza ricevuta viene meno”, pagando comunque uno sproposito per farci mettere a posto un attacco che avrebbe potuto sistemare anche Steve Wonder sotto anfetamine. Lo abbiamo votato quando non abbiamo pagato il biglietto dell’autobus perché tanto i controllori non ci sono mai, e nel frattempo guardiamo di sguincio i rom che non pagano il biglietto e che vorremmo veder fuori dai nostri treni, dai nostri quartieri, dalle nostre vite.
Lo abbiamo votato quando abbiamo violentato verbalmente una ragazza, quando abbiamo parlato male di qualcuno non capendo che il difetto che prendevamo di mira era lo stesso che ci portiamo avanti noi stessi, quando la crisi morale era di altri e a noi non ci toccava, “meglio a loro che a noi“.
Non c’è da sorprendersi se dopo la letterina sul rimborso IMU le poste si sono riempite di anziani videodipendendenti e cinquantenni decerebrati. Ricordiamoci che noi siamo il popolo che ancora si fa fregare dai club del libro col suo “È gratis!! gratis!! gratis!! ma anche no”, quelli che ancora pensano che vedere la RAI funga da pulizia della coscienza solo perché non è scritto da nessuna parte che sia del Cavaliere. Siamo il popolo che giustizia con la lingua e perdona dimenticando, quello stesso popolo che non vuole staccare la spina a chi ne avrebbe tutto il diritto e intanto ammazza la gente sulle strisce pedonali e scappa, il popolo del “no all’aborto” e poi si ritrova madri disperate che si mettono il feto in borsa e fanno l’aperitivo. Siamo quel popolo, quello dei viaggi a Londra in cui parliamo piano in italiano per farci capire, urliamo tra di noi e poi se l’Economist ci prende per il culo inorridiamo.
Ci dimentichiamo di ricordare che questi momenti li hanno vissuti i nostri nonni, i nostri genitori e probabilmente li vivranno anche i nostri figli, sempre che ci permettano di farli, dei figli.
C’è solo da sperare che la maggior parte di questa gente sparisca il prima possibile, così che ci si debba trovare ad affrontare la realtà delle cose, che è una delle poche cose su cui sono d’accordo con Grillo: quelli che abbiamo davanti sono sempre loro, e la gente non cambia mai. È come tornare con la ex sperando che sia vero quello che dice “sono cambiata!” per poi capire che l’unica cosa che ha cambiato è il modo di fare l’amore.
E le domande da farsi, in questo caso, sono moltissime.
– Seguiranno croce su Bersani e su Grillo –