Femen. Nuovi soldati femministi
Un movimento di protesta ucraino, nato a Kiev nel 2008, contro il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni. Ha fatto parlare di sé in tutto il mondo, poi, puntualmente, viene dimenticato fino alla manifestazione successiva. Manifestazioni che non passano inosservate.
Le FEMEN, questo il nome del movimento, per essere ascoltate, protestano in biancheria intima, in topless, completamente nude. Forse adesso le ricorderete.
L’organizzazione è stata fondata nel 2008 da Anna Hutsol con l’obbiettivo di organizzare entro il 2017 una rivoluzione femminista in Ucraina e rendere le donne di questo paese socialmente attive.
Il gruppo riceve alcuni finanziamenti da privati cittadini e, a Kiev, conta 300 attiviste, quasi tutte giovani studentesse. Tra le tante manifestazioni hanno anche proposto l’introduzione della responsabilità penale per chi usufruisce dell’industria del sesso.
Questa organizzazione, a torto o a ragione, non ha vita facile. Dopo l’elezione del presidente Viktor Yanukovich, nel 2010, sono state soggette a intimidazioni da parte dei Servizi Segreti dell’Ucraina, mentre Facebook ha cancellato la loro pagina. Quest’ultima non è stata una grossa perdita per il gruppo, pochi giorni dopo alcuni sostenitori dal Belgio hanno aperto, sempre sul social network, la pagina FIST -FEMALE International Support Team-.
Tra le maggiori attiviste ricordiamo Inna Shevchenko che, per sodllizzare con il gruppo musicale delle Pussy Riot, a quei tempi ancora sotto processo, durante una manifestazione ha tagliato una croce di legno in memoria delle vittime dello stalinismo in Ucraina. Per sfuggire all’arresto è scappata a Parigi dove ha fondato un “centro FEMEN“, legalmente riconosciuto dalle autorità francesi.
Questo è un vero e proprio centro di addestramento fisico e morale per creare “nuovi soldati femministi” poiché non nascondono che durante la proteste può esserci bisogno di scappare, difendersi e attaccare.
Il fine giustifica i mezzi, diceva un tale Nicolò Machiavelli qualche tempo fa e già allora c’era chi non era propriamente d’accordo.
In questi giorni l’organizzazione ha nuovamente fatto parlare di sé.
Lunedì scorso hanno protestato, vestite, davanti all’ambasciata egiziana a Parigi, per attirare l’attenzione dei Media sulla vicenda di Aliaa Magda Elmahdy, una giovanissima ragazza che durante la “primavera egiziana” ha pubblicato sul suo blog foto di lei senza veli, ricevendo moltissime minacce dai fondamentalisti islamici.
Ieri Aliaa si è unita alle FEMEN partecipando, nuda, a una manifestazione a Stoccolma dove, i corpi ricoperti di scritte, hanno protestato contro l’inserimento della sharia nella legge istituzionale egiziana.