Publio Elio Adriano
Nasce il 24 agosto del 76, forse ad Italica (Siviglia), secondogenito di un cugino di Traiano, Adriano Afro. Publio Elio Adriano molto legato alla sorella Paulina, ma ha poco tempo per godersi l’infanzia, poiché quando ha appena nove anni entrambi i genitori muoiono.
Adriano viene preso sotto la tutela di Traiano e della moglie Plotina, che lo aiutano a fare carriera e trovano per lui anche una moglie, Vibia Sabina, con cui il matrimonio però non sarà felicissimo. Negli anni segue il suo tutore ovunque: è colui che lo informa della morte di Nerva, lo segue in ogni campagna militare e, alla sua morte, nel 117, diviene il suo successore. Nel 118, peraltro, in seguito ad una presunta congiura da parte di alcuni uomini che avevano fatto parte dello stato maggiore di Traiano, li fa processare sommariamente e condannare a morte. L’acclamazione da parte dell’esercito romano chiude definitivamente la questione ed Adriano può ufficialmente regnare.
In politica interna, Adriano mostra grande tolleranza da un punto di vista sociale, giuridico e religioso: si adopera infatti per migliorare la condizione degli schiavi, mostra tolleranza nei confronti dei cristiani, fa codificare l’editto pretorio perpetuo per garantire certezza del diritto. A livello amministrativo, Adriano affida prevalentemente a membri dell’ordinamento equestre (non dell’ordine senatorio) cariche importanti nelle varie materie della pubblica amministrazione, retribuendo tali cariche e determinandone la durata. Istituisce inoltre una sorta di avvocatura dello Stato ante litteram.
A livello culturale, Adriano è forse l’imperatore che più in assoluto promuove le arti, figurative e non solo
incoraggia infatti lo sviluppo della poesia ed è lui stesso un colto e fine letterato. Fa ricostruire il Pantheon a Roma, fa costruire Villa Adriana a Tivoli e molte opere in tutto l’Impero, che visita come nessun predecessore aveva fatto. In politica estera, Adriano si pone in profonda discontinuità con il suo predecessore: se Traiano aveva promosso l’espansione dell’Impero, Adriano è invece per il suo consolidamento: poco dopo la morte di Traiano, infatti, rinuncia alle conquiste in Mesopotamia, ritenendole indifendibili se non al prezzo di troppe vite e risorse; non abbandona la Dacia, anche in virtù delle sue ricchezze, ma fa in modo di fortificare il confine danubiano. In Britannia, per contrastare le incursioni dei Caledoni, popolo originario dell’odierna Scozia, fa costruire una poderosa muraglia difensiva nota come Vallo di Adriano.
Il suo atteggiamento pragmatico e prudente dà i suoi frutti e l’Impero conosce sotto il suo principato un periodo di pace, tranne per un episodio non di poco conto: nel 132, infatti, la Giudea, da decenni uno dei territori più problematici dell’Impero, si ribella. La rivolta viene soffocata nel sangue e la provincia viene letteralmente devastata, con Adriano che identifica nella religione ebraica il motore della ribellione, vietandone l’insegnamento e perseguitandone gli adepti.
Nel 130, in circostanze misteriose, muore Antinoo, un ragazzo per cui Adriano prova probabilmente una pulsione amorosa
L’evento lo devasta e, assieme alla morte dell’amata sorella Paulina, lo fa cadere in una profonda malinconia, aggravata da una malattia. Dopo un tentativo di suicidio, muore infine il 10 luglio del 138, all’età di 62 anni, nella sua casa di Baia, vicino Napoli, probabilmente a causa di un edema polmonare. Già da alcuni anni, peraltro, evidentemente sentendosi avvicinare la fine, aveva iniziato la costruzione a Roma di un imponente mausoleo noto come Mole Adriana, oggi noto come Castel Sant’Angelo.
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