Chikungunya, ecco la ricostruzione dei fatti dell’assessore Montanari, “Nessuna polemica politica. Al centro la salute dei cittadini”. Nota dal Campidoglio.
“Vogliamo tranquillizzare romani e turisti su tutta la vicenda zanzara e Chikungunya, ripercorrendo tappa per tappa la cronologia degli eventi. Non vogliamo scaricare colpe su nessuno, né tantomeno assumerci responsabilità che non ci riguardano. Tutto quello che bisognava fare è stato fatto”.
Così l’assessora alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale Pinuccia Montanari.
– Le prime segnalazioni di casi accertati sono stati comunicati sia al Dipartimento Tutela Ambientale che al Gabinetto del Sindaco venerdì 8 settembre e non giovedì 7 come riportato erroneamente da diversi organi di stampa.
– Nello stesso giorno veniva diramata l’allerta meteo da parte della Protezione civile.
– Terminata l’ondata di maltempo, che avrebbe reso inefficaci e inutili i trattamenti, nella mattina di lunedì 11 settembre sono stati effettuati sopralluoghi e primi interventi nelle aree urbane segnalate dalle autorità competenti.
A seguito dell’abbassamento delle temperature si è verificato un aumento delle zanzare nei tombini dove sono stati appositamente irrorati larvicidi e posizionate trappole per gli esemplari adulti.
– Mentre proseguivano gli interventi sul campo, in base agli aggiornamenti di casi accertati o sospetti, mercoledì 13 la sindaca di Roma Virginia Raggi emetteva l’ordinanza per rafforzare le disinfestazioni straordinarie su suolo privato con spargimento di adulticida anche sulle aree verdi. Quindi, tra l’8 e il 13 settembre non ci sono assolutamente stati stop o ritardi, il programma di lotta alle zanzare non si è mai interrotto.
“Tutte le operazioni non solo hanno rispettato il protocollo previsto da Ministero della Salute – spiega la Montanari – ma sono andate oltre, con interventi più efficaci e meno tossici per adulti, bambini, anziani e persone affette da patologie allergiche o respiratorie. In questi giorni si è molto sottovalutato l’intervento preventivo effettuato sulle larve, che l’Amministrazione capitolina ha privilegiato sin da aprile con un’ordinanza innovativa che ha permesso di effettuare su tutto il territorio capitolino più di 1000 operazioni. La letteratura scientifica dimostra che la lotta adulticida colpisce solo il 10% delle popolazioni di zanzare sottoposte a trattamento, anche usando il prodotto più efficace esistente sul mercato. Quindi, nessun flop sull’azione di controllo, contrasto e prevenzione”.
I numeri parlano chiaro, continua la nota
su 2,8 milioni di abitanti a Roma si sono verificati solo 7 casi di contagio sui complessivi 64 riscontrati nel Lazio. Inoltre, i primi 3 cittadini romani contagiati sono villeggianti di Anzio, il comune che ha registrato 54 dei 64 casi accertati.
“Non vogliamo accusare nessuno, né sentirci sotto accusa. Roma è la Capitale d’Italia e non del virus Chikungunya, basta con le polemiche politiche che alimentano inutili allarmismi. Ad ulteriore garanzia, le operazioni di disinfestazione proseguiranno, cosi come indicato nell’ordinanza, fino a comunicazione del termine dell’emergenza da parte delle Autorità Sanitarie preposte”, conclude la dichiarazione della Montanari.


[…] È il municipio dove risiede la redazione di SenzaBarcode e quindi lo sentiamo particolarmente vicini e lo conosciamo abbastanza bene. Quindi a #Roma2021 #VistaFori possiamo chiedere tranquillamente a Marco Giovagnorio perché le nostre borgate sono disseminate da mascherine e guanti, oppure come mai ci sono ancora tanti problemi con la raccolta dei rifiuti. “Voglio dare il beneficio del dubbio rispetto all’educazione che la cittadinanza avrà nei prossimi mesi e nelle prossime settimane. I primi tempi non c’era questa abitudine a indossare le mascherine, il fenomeno dell’abbandono delle stesse era sicuramente più marcato. Adesso spero che, chi deve pulire la città, ma soprattutto i cittadini, possano organizzarsi affinché mantengano più pulite possibile le nostre strade. Sicuramente è un tema, come quello che combatto da anni, ossia dei mozziconi delle sigarette, uno dei primi motivi per cui tombini si intasano…”. […]