A Roma, l’11 aprile al Teatro India Sala A è in programma il Concerto Adonis, ecco il mio nome per la voce di Cosimo Cinieri, drammaturgia e regia di Irma Immacolata Palazzo

Adonis, ecco il mio nome è un viaggio suddiviso in 6 stazioni: Damasco, Andalusia, New York, Beirut, Parigi e Napoli dove si snodano i temi cari al poeta: la rinascita della poesia araba, l’esilio, il dialogo ininterrotto con l’Altro, il disprezzo per la tecnocrazia e la logica del mercato, l’amata Beirut martoriata dalle guerre civili, la poesia e l’utopia di condividere con l’Occidente valori comuni nel rispetto della propria diversità.

‘Ali Ahmad Sa’id Esber, il più grande poeta arabo vivente, è nato in un villaggio della Siria nel 1930. A 14 anni, per aver recitato i suoi versi al cospetto del Presidente della Repubblica, ottiene una borsa di studio. A 17 adotta lo pseudonimo di Adonis. Si laurea a Damasco in filosofia. Dopo un anno di carcere per questioni politiche, emigra a Beirut dove ottiene il dottorato e in seguito la cittadinanza. È stato più volte candidato al Premio Nobel. Adonis è nomade, da sempre in viaggio: l’erranza è la dimensione del suo spirito teso verso una ricerca inesauribile.

Adonis, ecco il mio nome

Nomen omen. Appena diciassettenne ‘Ali Ahmad Sai ‘id Esber se lo scelse come pseudonimo senza conoscerne i molteplici aspetti. E’ il dio fenicio, il dio della natura per la mitologia greca. In ebraico Adhõnai significa mio Signore e per di più l’endecasillabo saffico, il verso d’invocazione al dio Adone, si chiamava adonio, usato da Seneca nelle tragedie e nella tradizione classica. Insomma, un nome pieno di suggestioni, che già in sé aveva un progetto. Infatti, nella storia del bel giovane, amante di Afrodite, è iscritto il tema della resurrezione.

Quella scelta inconscia è diventata l’avventura esistenziale di Adonis, caposcuola della rinascita della poesia araba, fautore della “cultura del mutamento e della creatività”, dove per creatività intende la trasformazione della società araba e della sua forma mentis, perché, secondo lui, una cultura che non si rinnova costantemente in più settori è destinata a scomparire. La vita e la poesia di Adonis sono una continua metamorfosi, un morire e rinascere ininterrotto.

Una rinascita che parte prima di tutto da sé stesso ed è viaggio iniziatico dello spirito, sebbene il poeta sia un mistico eterodosso.

Adonis, ecco il mio nome per la voce di Cosimo Cinieri. Teatro India, Lungotevere Vittorio Gassman, 1, sala a ore 21

Roberto Bellatalla contrabbasso. Fabio Caricchia chitarra e canto. Luciano Orologi sax soprano e fiati. Giovanni Lo Cascio batteria e percussioni. Musiche originali e arrangiamenti: Roberto Bellatalla e Fabio Caricchia. Drammaturgia e regia:  Irma Immacolata Palazzo.

By SenzaBarcode Redazione

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