Senato della Repubblica: un mondo perfetto nell’era del cambiamento
Visita al Senato della Repubblica: uno sguardo ad occhi aperti nella politica vissuta, al tempo del dibattito delle Unioni Civili
La mia piacevole ed interessante esperienza di allieva dell’Academy SenzaBarcode 2016 si è conclusa con una lezione in esterna con la mia insegnante Sheyla Bobba e la mia collega, nonché compagna di avventure, Costanza D’Isola. Sheyla, il 3 febbraio, ci ha fatto da Cicerone, conducendoci per i meandri di uno dei palazzi storici romani, dove ogni giorno vengono dibattute e decise le linee politiche di un grande stato democratico come il nostro, Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, il quale deve il suo nome a Madama Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V. In tale data in Assemblea, riunita in seduta pubblica, si seguitava a discutere di uno dei disegni di legge più controversi, l’ormai famigerato Ddl Cirinnà, che sta dividendo il mondo politico e scuotendo le coscienze di ognuno, a ciascun livello sociale.
Lo svolgimento della visita
Noi eravamo accreditate come invitate della gentilissima senatrice Maria Mussini, entrata al Senato della Repubblica con il MoVimento Cinque Stelle ed ora facente parte del Gruppo Misto, alla quale abbiamo, al termine della nostra visita in aula, fatto un’intervista in merito all’argomento all’ordine del giorno. Ci siamo presentate presso la portineria dove due impiegati hanno controllato se i nostri nominativi fossero inclusi nella lista dei visitatori del giorno, e ai quali abbiamo consegnato i documenti in precedenza comunicati. Siamo quindi passate per i controlli di rito, questi hanno suonato diverse volte, ma, gli addetti alla sicurezza, ci hanno ugualmente fatto proseguire. Mediante ascensore abbiamo raggiunto il piano indicatoci, lasciando copri abiti, borse e cellulari nell’elegante guardaroba a disposizione degli ospiti, ubicato proprio all’ingresso dell’aula. Finalmente, accompagnati dagli elegantissimi ed impeccabili impiegati, siamo giunti in aula. L’imponenza dell’aula, tappezzata in rosso, è impressionante anche se vista in TV appare ancora più grande. Notiamo che i senatori presenti in aula sono circa una cinquantina, meno di un sesto di quelli previsti dalla nostra carta costituzionale (315).
Dietro la postazione del Presidente del Senato, che durante tale seduta, ossia la 570° seduta pubblica, è il vicepresidente Gasparri, vi sono due targhe rettangolari, una recante la forma di governo oggi vigente in Italia, cioè la Repubblica; l’altra, molto più antica, suggella le parole con cui Vittorio Emanuele II commemorò l’unità d’Italia. Alzando gli occhi notiamo il soffitto a cupoletta da cui emergono, ai quattro angoli, i meravigliosi affreschi delle quattro virtù: giustizia, diritto, certezza e concordia, di cui oggi se ne avverte proprio un gran bisogno, ma che troppo spesso, rimangano lì, immobili, a rammentarci solo fasti passati, ormai troppo remoti.
Cosa prevede il Ddl Cirinnà
In Assemblea, dunque, si riprendeva l’esame del Ddl 2081 recante regolamentazione delle Unioni Civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze e Ddl e regolamentazioni connessi. Diamo uno sguardo a questo strumento legislativo per capirne la portata e la forza innovatrice. Il Capo I (articolo da 1 a 10) introduce l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale; disciplina le modalità per la loro costituzione e ne delinea le cause di impedimento; definisce i diritti e i doveri derivanti dall’unione; estende alle parti le disposizioni in materia dei diritti successori dei coniugi; e, punto più discusso del Ddl Cirinnà, la stepchild adoption che permette al componente dell’unione di ricorrere all’adozione nei confronti del figlio naturale o adottivo dell’altra parte ma solo con il consenso dell’altro genitore biologico, qualora presente, e previa decisione, caso per caso, del Tribunale dei minori dell’idoneità del genitore “sociale”. Il Capo II (articolo da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza; diritti di permanenza nella casa comune di residenza; l’obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; enuncia le cause di nullità del contratto di convivenza.
Il dibattito in Aula del Senato della Repubblica
Il dibattito in aula vedeva da una parte gli interventi di senatori di FI – AP – Pdl secondo i quali l’articolo 5 sulla stepchild adoption è in conflitto con il diritto dei bambini ad avere due genitori; esso riconoscendo il diritto alla genitorialità alla coppia omosessuale apre di fatto la strada alla possibilità della fecondazione eterologa e della maternità surrogata. La proposta è quella di eliminare in toto l’articolo, rinviando la riforma delle adozioni ad altro provvedimento e di varare un testo che non equivalga le unioni civili al matrimonio. Dall’altra parte i senatori della maggioranza del PD asseriscono che dall’articolo in questione è stato estirpato ogni riferimento ai diritti e doveri dei genitori e alla procreazione: esso si limita solo a tutelare i figli degli omosessuali, estendendo la responsabilità genitoriale sul figlio naturale del partner.
Intervista alla senatrice Maria Mussini
Alle 13,00 circa, mentre in aula i diversi senatori continuavano a leggere i loro interventi, noi ne siamo uscite sempre accompagnate dagli addetti. Ci siamo recate in piazza dove era previsto il nostro incontro con la senatrice, la quale ci attendeva in compagnia della sua segretaria. Di seguito Sheyla l’ha intervistata mentre io giravo il video. Essa è totalmente a favore del Ddl proposto dalla senatrice Cirinnà, anzi lei avrebbe voluto uno strumento legislativo ancora più forte, che non non distinguesse tra le diverse categorie, etero ed omo, giungendo ad avere così’ un matrimonio egualitario ma, evidentemente il paese non è pronto per un tale passo, quindi, per il momento, va bene tale decreto nella sua totalità, in quanto, sottolinea, che lei non “accetterà niente di meno di quanto è nel testo originale”. E su questa strada la senatrice si auspica per il futuro uno strumento anche più flessibile in modo da fare rientrare nelle sue previsioni anche tutte quelle “diverse” forme di famiglie che oggi sempre più vediamo delinearsi, in una società multiforme come la nostra non è possibile pensare che esista solo la tipologia di famiglia classica costituita da madre – padre, vanno prendendo corpo molte formazioni sociali dove ad esempio le nonne e i nonni hanno un ruolo di primo piano per la vita della “famiglia”.
Concluderei dicendo che l’unico diritto assoluto che esiste per tutti gli esseri viventi è quello di amare ed essere amati ed esso va tutelato da uno Stato che sia veramente democratico, che sia un vero governo del popolo, dove tutti godono degli stessi diritti e doveri sia nella loro individualità che nelle diverse formazioni sociali (principio di libertà sancito dall’art. 2 della Costituzione) e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (principio di uguaglianza sancito dall’art 3 della Costituzione).