Caccia: nuovi privilegi per le lobbies. #Scacciamoli
Caccia, EcoRadicali. Collegato ambientale alla legge di stabilità: un passo avanti e due indietro.
Con il voto definitivo della Camera dei Deputati sul Collegato ambientale alla Legge di stabilità si attuano finalmente le disposizioni europee che vietano l’utilizzo di richiami vivi e l’importazione di specie alloctone a uso venatorio. E questo è un passo in avanti che riporta l’Italia nella cornice del diritto comunitario.
Ma, per un passo in avanti, se ne registrano due indietro. Il primo è quello che semplifica le modalità per attivare la caccia in deroga su scala regionale. Questo è un tasto dolente perché, più volte, l’Unione europea ha richiamato e sanzionato l’Italia per l’eccessiva disinvoltura che molte regioni hanno concesso in tema di caccia in deroga.
Ben più grave è il secondo passo indietro che riguarda la “liberalizzazione” delle strutture di appostamento, peraltro vietate dalle direttive europee se realizzate nelle aree umide.
Con il voto di ieri, si stabilisce che capanni e altane alti fino a 30 metri, potranno essere edificati su tutto il territorio nazionale, in spregio alle disposizioni edilizie e senza dover richiedere alcuna autorizzazione ai Comuni. Una norma del tutto illegale: in aperta violazione delle norme urbanistiche ed edilizie.
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 139 del 13 giugno 2013, aveva già dichiarato l’incostituzionalità di tali procedure introdotte nella legislazione veneta della legge regionale 6 luglio 2012, n. 25 nelle parti in cui esenta gli appostamenti per la caccia (capanni, altane) dall’ottenimento dell’autorizzazione paesaggistica e dal titolo abilitativo urbanistico-edilizio.
Di fronte a una classe politica che, pur di tutelare i privilegi della lobby dei cacciatori e delle armi, è pronta a passare sopra alle norme di tutela del paesaggio e le stesse sentenze della Corte costituzionale, rinnoviamo l’appello a tutti i cittadini a sostenere la campagna #Scacciamoli –sito ufficiale Scacciamoli– che prevede, tra l’altro, l’abolizione della caccia in tutte le aree di pregio ambientale e paesistico.
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