22 Procedure per la Giustizia, vincitori disoccupati
Il Comitato 22 Procedure per la Giustizia, contro due delibere della Giunta capitolina «Roma Capitale rinnova contratti alle partecipate mentre noi vincitori di concorso restiamo a casa»
«Nello stesso giorno in cui l’Assemblea capitolina approvava una mozione a sostegno delle nostre assunzioni, la Giunta procedeva in senso del tutto opposto, affidando a due partecipate di Roma Capitale con due diverse delibere il lavoro che potremmo svolgere noi. Sembra che il piano di rientro, i tagli alle spese e le sforbiciate valgano sempre solo per noi, mentre per gli altri ci sono regole diverse».
È l’ennesima ingiustizia denunciata dal Comitato 22 Procedure per la Giustizia che, da due anni ormai, si batte per vedere applicato il diritto all’assunzione maturato da vincitori e idonei di un regolare concorso pubblico per entrare nell’amministrazione capitolina. «Un diritto, il nostro, calpestato atto dopo atto da Roma Capitale. L’amministrazione ci spieghi perché per le nostre assunzioni ci viene sempre ripetuto che non ci sono i fondi, ma lo stesso non vale per le assunzioni dei dirigenti, entrati lo scorso aprile su delibera della giunta con chiamata diretta (ex art 110 tuel). E perché si continua ad affidare alle partecipate servizi che possono essere svolti dai vincitori di concorso che, proprio per queste mansioni, sono stati regolarmente selezionati?». Il riferimento è alla Delibera 163 del 19.05.2015, che ha prorogato il contratto alla Società Risorse per Roma relativo all’affidamento di servizi per l’assistenza e il supporto alle attività tecnico-amministrative di alcuni Dipartimenti del comune e alla Delibera 165 del 19.05.2015 che proroga il contratto con Zètema per tutta l’area cultura.
«Tra i vincitori e gli idonei del concorso iniziato nel 2010 ci sono centinaia di persone che hanno studiato e hanno vinto un concorso per svolgere esattamente i ruoli che ora vedono affidati a terzi – commenta Federica Ragno, vice presidente del Comitato – Se si pensa che la partecipata Zètema, di fatto, doppia le posizioni dei vincitori dell’area cultura e la partecipata Risorse per Roma quelle del settore tecnico amministrativo, ci si rende conto dell’ingiustizia che stiamo vivendo. Inoltre, il vero risparmio si potrebbe ottenere solo dall’internalizzazione di questi servizi visto che il costo medio per profilo dei dipendenti, ad esempio, di Risorse per Roma è maggiore di quello dei dipendenti capitolini. Per la collettività, esternalizzare i servizi di Roma Capitale non rappresenta un risparmio ma un costo. A tutto questo si aggiunge la decisione, presa la scorsa settimana, di utilizzare volontari nelle biblioteche di Roma, quando anche per quest’area ci sono vincitori di concorso che aspettano di entrare. Un’incoerenza decisionale di Roma Capitale che va a scapito delle nostre vite e del nostro futuro. E che non siamo più disposti ad accettare. Chiediamo che la Giunta dia seguito a quanto previsto nella recente mozione del 19 maggio, firmata dalla maggioranza delle forze politiche, per la modifica del piano assunzionale e l’utilizzo, come firmato in aula, del turn over al 100%.
Roma Capitale ci dimostri che non esistono due pesi e due misure e che è possibile agire, anche per la nostra assunzione, con la stessa celerità utilizzata in queste ultime delibere. E non dimentichi che la porta principale per lavorare nella Pubblica Amministrazione, secondo la nostra Costituzione, resta ancora e sempre quella che noi abbiamo scelto: il pubblico concorso”