Giachetti espelle Alfonso Bonafede. Tra onestà e democrazia
“Io sono la sentinella della democrazia nel cuore della democrazia” così Roberto Giachetti vicepresidente della Camera mentre espelle Alfonso Bonafede ed altri. Intervista al deputato del Movimento 5 Stelle.
Mettere mano alla Costituzione italiana è doveroso ma non cosa da poco, l’ordine va mantenuto in aula e il rispetto delle regole è necessario per rispettare i diritti. In egual modo ad azione risponde reazione, gridare “pezzo di m…” e rispondere a cazzotti è diverso che urlare “onestà” perché si ritiene che questa venga violata. Così Alfonso Bonafede, Alessandro Di Battista e Carla Ruocco, considerati esagitati e non rispettosi del democratico diritto di far parlare tutti, sono stati espulsi. Molti risponderanno che la democrazia non dovrebbe di far parlare proprio tutti ma, come dichiaro lo stesso infuriato Giachetti “lui è la sentinella della democrazia, nel cuore della democrazia!
L’applicazione democratica del regolamento della Camera
“Giachetti ha scambiato l’applicazione notarile del regolamento della Camera, per una difesa della democrazia e non c’entra assolutamente niente” risponde Alfonso Bonafede quando gli chiedo se sono stati democratici modi e motivi del vicepresidente della Camera.” Giachetti dovrebbe soltanto indignarsi per il fatto che il suo segretario di partito, attuale Presidente del Consiglio e padrone -perché dobbiamo parlare di questo, di padrone dei deputati sopratutto del PD ma non solo- porta avanti la riforma della Costituzione con mezza aula vuota. Questo è quello su cui dovrebbe interrogarsi Giachetti”
Distinguere tra la sostanza e la forma
Alfonso Bonafede continua nell’intervista che trovate a fondo articolo, a fornire spunti di riflessione, quantomeno per formarsi una propria idea sia dell’accaduta che del funzionamento generale del Parlamento che ultimamente ospita molte attività, tranne quella principale: parlare. In pieno spirito SenzaBarcode noi non vogliamo eludere le regole e neppure interpretarle a nostro favore, pretendiamo di capirle. “Noi dobbiamo distinguere tra la sostanza e la forma, perché è quello che fa la differenza tra una difesa reale di ciò che è giusto e invece la ricerca del cavillo in sé per sé. Io sono un avvocato, so riconoscere quando dall’altra parte qualcuno cerca il cavillo e lì sono in tanti a cercare il cavillo”
La maggioranza non gestisce il Parlamento
La seduta fiume è stata decisa dalla maggioranza ed il motivo è chiaro, impedire l’ostruzionismo da parte dell’opposizione in quanto la seduta fiume non ammette interruzioni ma prevede la prosecuzione ininterrotta della seduta. E’ uno dei metodi che usa la maggioranza per fare antiostruzione. Anche in questo Alfonso Bonafede è chiaro “La maggioranza non gestisce il Parlamento, ha una quota su quello che deve essere discusso in Parlamento, questo ovviamente perché essendo maggioranza ha più argomenti che può portare all’interno della discussione parlamentare, ma non può fare come crede. Perché altrimenti se deve decidere la maggioranza il Presidente della Camera diventa inutile”.
Come ho detto al deputato del Movimento 5 Stelle Alfonso Bonafede, se così fosse, con le decisioni prese in esclusiva dalla maggioranza, allora non si chiamerebbe democrazia ma in modo diverso. Il M5S risulta ancora nelle intenzioni di voto del 20% degli italiani, è un sondaggio del 16 febbraio 2015, il ché significa che la linea di “protesta e proposta” intrapresa, è gradita a 20 italiani su 100 che si riconoscono contro le decisioni del Governo e del Premier che, di conseguenza, fa registrare al il Pd,1% in meno scendendo al 37,1%.