Le educatrici di Roma ancora in piazza, USB e i cori
A Madonna del Loreto una delegazione USB con Daniela Pitti e le educatrici di Roma che non ci stanno a liquidare i nidi e a gettare al vento l’educazione e l’istruzione dei bambini
Stanno dimostrando quello che non riesce ad altri: la passione per il loro mestiere, la fermezza delle loro idee e la caparbietà. “Il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo con la lotta” e combattono le “maestrine”, le educatrici di Roma, lo fanno con armi che nessuno conosce bene come loro, quelle che non si possono utilizzare con tailleur e tacchi, ma con grembiule e scarpe comodo e, nell’evenienza, con megafono e striscioni. Queste micidiali armi sono i “ferri” del loro mestiere, i mezzi di comunicazione da insegnare ai bambini, quelle canzoncine così banali ma che aiutano i futuri adulti a comprendere, molto spesso, concetti basilari.
Forse però le comprendono solo i bambini, più ostico il lavoro con Ignazio Marino, l’assessora Alessandra Cattoi e l’amministrazione tutta dato che loro, le educatrici di Roma, le cantano da mesi, ci siamo incontrate sotto il sole e la pioggia, di domenica e nei giorni di festa e non accennano a mollare! Le incontro al presidio di Piazza Madonna del Loreto, megafono e striscioni e continuano a cantare a Marino, a cantargliele.
Direttore artistico di questa orchestra era Angela Melis, delegata USB, le chiedo perché ancora in piazza e lei risponde “perché dal primo dicembre entrerà in vigore il nuovo contratto decentrato per tutto il personale capitoli” si perché loro sono un gruppo in rappresentanza di maestre ed educatrici di Roma, ma è -come tante volte abbiamo raccontato- destinato a tutti i dipendenti, 24 mila persone. Angela continua “con questo nuovo assetto le precarie resteranno senza il posto di lavoro, oltre al peggioramento del servizio dei nidi e delle scuole pubbliche”. Ridotto il personale e peggiorato il clima lavorativo, il servizio offerto sarà di sola “assistenza”, basta progetti, crescita, evoluzione, ma “garage” dove parcheggiare i bambini, prime vittime di questo “riassetto”.
Angela, che conosce bene la situazione chiarisce infatti “sembra esserci proprio la volontà da parte di questa amministrazione di mandare i servizi pubblici alla deriva non tenendo minimamente in considerazione il bambino. In campagna elettorale il nostro sindaco Ignazio Marino aveva promesso una città a misura di bambino, ma lui non sa neanche cosa vuol dire bambino!”
Ed è ancora USB che porta le maestre in piazza, che le accompagna e mantiene alta l’informazione con l’opinione pubblica, come nel caso TPL io sono al fianco dei lavoratori, non ho una tessera USB tanto meno sono una delegata sindacale come è stato, sorridendo, insinuato; sono una che sta in piazza ed ascolta la voce delle persone e dei lavoratori, ho solo notato che le bandiere che sventolano sono spesso USB, sole o accompagnate a sindacati autonomi, non c’è da stupirsi se queste pagine sono ricche di notizie che li riguardano, ripeto: io sono in piazza e do voce a chi incontro.