ATAC, TPL, Metro C, intervista a Enrico Stefàno portavoce M5S Roma
Su ATAC parliamo con Enrico Stefàno consigliere M5S Roma, portavoce per la lista di Roma Capitale, è membro delle Commissioni Permanenti Mobilità, Ambiente e Commercio
e delle Commissioni Speciali “Metro C”, “Smart City, sistemi informativi e beni comuni”, “Indagine amministrativa sull’Atac”.
Parlare di ATAC, TPL e Metro C in queste settimane sembra di “sparare sulla Croce Rossa”; datato modo di dire popolano ma che calza a pennello con la sensazione che si ha in questi momenti accendendo il microfono in Via delle Vergini a Roma nelle stanza del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle del Campidoglio. Enrico Stefàno ci fa un quadro, decisamente desolante, della situazione economica in cui versano le società di trasporto locale che inevitabilmente creano grandi disservizi.
Quasi imbarazzante rendersi conto che una serie di “idee e proposte” che vogliono essere messe in atto – o che sono state attuate – dal Campidoglio a guida di Ignazio Marino, sono palesemente nocive alle stesse società ed ai dipendenti. Stefàno accenna ad una ipotesi: e se fosse tutto un modo ben studiato per portare il servizio pubblico in pasto a qualche privato? smantellare per poi rivendere, a prezzo stracciato, al miglior offerente? Io che amo la fantapolitica vado a nozze con queste ipotesi, tanto che ho sempre sostenuto ci fosse un precio disegn che comprende non solo ATAC, TPL, Metro C ma un po’ tutte le partecipate – compresa la gestione degli asili a favore dei convenzionati. Ma questa è appunto fantapolitica, attenendoci ai fatti abbiamo qualcosa che non è fantascienza purtroppo, ma una cruda realtà fatta di disservizi, milioni di euro che vanno in fumo, ingordigia e umiliazioni: tutto a danno dei cittadini.
Nella prima parte della nostra intervista con Enrico Stefàno ci concentriamo sul TPL e ATAC, successivamente approfondiamo sulla Metro C; in tutto vi proponiamo 20 minuti di informazioni che difficilmente riuscirete a reperire altrove. “E’ come dare la colpa del fallimento del ristorante al cameriere” così mi risponde quando parliamo degli autisti – e più in generale di tutti i dipendenti ATAC. Ferie arretrate, pochi mezzi e “mezzi sfasciati”, macchine che sono al limite dell’utilizzo, gente che deve dormire in auto per riuscire a coprire i turni, stipendi che vengono pagati in ritardo, soppressione di linee, insomma hanno anche qualche ragione di essere “nervosi”? Si, io dico che l’hanno! – Ecco perché –
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Andiamo avanti e facciamo luce, per altri 10 minuti quindi spolveriamo soltanto tutto l’enorme discorso che si può fare su Metro C – sempre di competenza ATAC – contenziosi, lavori a singhiozzo e il risultato lo conosciamo: soldi “spariti” lavori quasi immobili. La storia della Metro C parte da lontano, a metà degli anni ’90 quando il Giubileo del 2000 era una meta lontana e da raggiungere in forma smagliante, doveva collegare Roma sud-est con Roma Nord. Nel 2014 non si conosce l’esatta data dell’apertura della prima tratta. A roma, con paletta e secchiello, si può fare una buca e trovare un’anfora, un muro di cinta, i resti di un’abitazione…. Perché non lavorare in superficie con delle linee tranviarie che costerebbero decisamente molto meno e si eseguirebbero in meno tempo? Brutta la risposta che potremmo avere, consiglio la visione delle due parti di intervista a Enrico Stefàno, e tenetevi pronti. Giovedì 10 luglio, sempre con Stefàno, parliamo di AMA!
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