Russia, ultimatum a Kiev: arrendetevi entro le 04:00
Mentre migliaia di soldati russi continuano ad occupare la Crimea, un ultimatum viene lanciato dalla Russia verso Kiev: arrendetevi entro le 04:00.
Dalla flotta russa nel Mar Nero è giunto un ultimatum allarmante: arrendetevi entro le 04:00 di domani o verranno colpiti i reparti dell‘esercito Ucraino in Crimea. Con questa minaccia il comandante della flotta Aleksandr Vitko ha messo in allarme mezzo mondo, lasciando specialmente l’Europa con il fiato sospeso. La Crimea è ormai perduta, migliaia di soldati russi continuano a sbarcare nella penisola sia via aria, sia via mare e la bandiera di Mosca sventola a Sinferopoli. Di quest’avviso non sembra però essere Arseni Iatseniuk, premier ad interim dell’Ucraina, che da Kiev dichiara di non voler cedere a nessun costo né la Crimea, né i territori orientali del paese. Questo mentre una forte preoccupazione cresce nei confronti delle minoranze russe che occupano a migliaia quei territori e che rischiano di essere perseguitate.
Proprio a seguito del pericolo – reale o presunto – di vessazione delle proprie minoranze, Putin si era visto approvare dalla Duma la richiesta di intervento armato ed in pochi giorni e senza nemmeno una goccia di sangue la Crimea era già caduta. Un’operazione chirurgica che ha colto di sorpresa le democrazie orientali, ancora intente a festeggiare la caduta di Yanukovich. Un leader di ferro si è dimostrato Vladimir Putin, un leader che ha preso atto del fallimento del proprio premier-fantoccio in Ucraina e che a pochi giorni dalle Decoubertiane immagini delle olimpiadi di Sochi ha messo in mostra il muso duro e ripreso in mano la situazione. Tutto questo mentre in piazza Maidan donne e bambini festeggiavano i propri caduti.
Non solo nella Crimea, ma anche nell’est dell’Ucraina la situazione è precipitata; specialmente a Donetsk, dove un centinaio di filorussi hanno invaso la sede dell’amministrazione regionale ed il loro “comandante” Pavel Gaburev ha annunciato di aver preso il potere.
Emblematica la reazione di Angela Merkel, secondo cui Putin sarebbe “fuori dalla realtà“. E proprio fuori dalla realtà sembrano essere le notizie provenienti dall’Ucraina, notizie dal sapore della guerra fredda, anacronistiche e sopratutto inaspettate. Nelle tv e nei giornali di mezza europa è stato rispolverato per l’occasione un lessico da secondo dopoguerra, sopito ormai da tempo ma evidentemente non ancora dimenticato. Un grande passo indietro per l’Europa dei diritti, faro di democrazia in tutto il mondo. Una pioggia di critiche ha colpito gli organismi UE, rei non solo di non aver assunto un indirizzo comune nei confronti dell’attacco russo, ma addirittura di essere incapaci ed inutili in frangenti come questi. E se è vero che organi come l’Onu o la Nato hanno di certo maggior peso in caso di crisi geopolitiche come quella attuale, non bisogna mai dimenticare che proprio l’Unione Europea, dai tempi delle Ceca in poi, ha guidato la dialettica della ricostruzione dopo le sanguinose guerre mondiali. Non sarà certo un’istituzione che brilla per efficienza, ma proprio grazie all’Unione generazioni di europei sono stati educati al rispetto e alla cura dei diritti umani.
La linea più netta è quella assunta dal G7, con i sette potenti uniti nella denuncia della operazioni russe.Tra questi figura anche l’Italia, che denuncia l’operato di Putin e tramite il neo ministro degli esteri Mogherini dichiara che “possibili misure mirate riguardo alla situazione in Ucraina verranno valutate nel Consiglio di giovedì dei leader della Ue a Bruxelles” (Ansa).
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