Stella Polare: la recensione del libro di Claudio Sottocornola
La recensione di “Stella Polare” il libro di Claudio Sottocornola. L’ultima fatica letteraria del bravo scrittore.
“C’è uno splendido canto della liturgia cristiana che parla di un bisogno del cuore, di una stella polare, di una ragione profonda che ci spinge a vivere e a cercare, attorno a cui ruota il nostro desiderio ma anche il nostro smarrimento … rispetto ai quali non conta il dove, il come o il quando, ma solo l’esito, ed è questo senso che appare oggi smarrito, obnubilato, soffocato o disperso”.
Stella Polare è un libro che ci parla della Vita dal punto di vista di chi ama, di chi ha fede, soprattutto fede in Altro che non siano ori e beni materiali, ego e autogratificazione, apparenza e irresponsabilità. Sembrano parole troppo pretenziose, o scontate: amore, vita e fede, ma sono il filo conduttore con cui si percorre l’attualità, il passato, una visione per il futuro e temi importanti come la natura, il sesso, la cultura, l’istruzione, i media, ma anche una certa evoluzione, o meglio sarebbe dire involuzione della società contemporanea.
Questo libro tratta tutti i temi della vita non certo da un punto di vista antropocentrico, e li affronta in modo non scontato, non banale, anche se dalle prime pagine si può essere colti da un già letto, già assimilato o respinto. Il preconcetto deve lasciare il passo alla curiosità intelligente se si vuole entrare nel vivo della riflessione filosofica descritta con linguaggio semplice ed alla portata di chiunque voglia fare un percorso insieme all’autore senza necessariamente averne gli stessi strumenti culturali. La riflessione parte da una considerazione che potrebbe essere superficialmente scontata: la nostra civiltà si è ormai ammalata di umanismo antropocentrico in cui il mercato esprime molto bene il Dio-Vitello d’oro che è la manifestazione più eclatante di questo antropocentrismo avvitato sul bisogno intepretato come economico. Da questa considerazione posta come centrale si svolge un viaggio tra suggestioni e soluzioni che partono da un’analisi sulla cultura popolare da cui nasce l’arte e la cultura moderna, da Galileo a Shakespeare, da Pasolini ed il ’68 a Vasco Rossi e Springsteen; si affrontano drammi di inaudita sofferenza che, ad esempio, portano ad una critica feroce nei confronti della Chiesa Cattolica in merito alla questione gay, ma anche considerazioni su G8, Grande Fratello o rave party.
Da dove hanno tratto i grandi personaggi popolari, nel senso di appartenenti al popolo, alla cultura popolare la stella polare del loro viaggio, l’energia del cammino, la speranza per continuarlo? Cosa ha loro permesso di trascendere il proprio io empirico per aspirare e tendere a qualcosa di più grande e di più bello?
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