Nessuno tocchi Caino: Reginald Griffin esonerato dal braccio della morte
25 ottobre 2013: Reginald Griffin, 53 anni, nero, da oggi è il 143° “esonerato” della lista del Death Penalty Information Center.
Griffin, 53 anni, nero, era stato condannato a morte nel 1987 con l’accusa di aver accoltellato il 12 luglio 1983 James Bausley, 22 anni, un compagno di detenzione nel penitenziario di Moberly dove Griffin stava scontando una condanna a 20 anni per una aggressione a mano armata del 1981.
Nel 1993 la sua condanna a morte venne annullata perché, come aggravante per chiedere la condanna a morte la pubblica accusa aveva utilizzato i precedenti penali di un Reginald Griffin che però non era l’imputato, ma un omonimo. Venne ricondannato all’ergastolo senza condizionale.
Nel 2005 il suo nuovo avvocato, Cyndy Short, aveva scoperto che subito dopo l’accoltellamento gli agenti penitenziari avevano fermato un altro detenuto, Jeffrey Smith, che cercava di allontanarsi dal luogo dell’aggressione nascondendo addosso un punteruolo rudimentale. Questa circostanza era stata tenuta nascosta dalla pubblica accusa durante il processo.
L’avvocato Short aveva inoltre presentato la ritrattazione di uno dei due detenuti che all’epoca avevano testimoniato contro Griffin.
L’altro testimone d’accusa, anche lui un detenuto, nel frattempo era morto.
I ricorsi intentati da Griffin davanti alla corte d’appello furono respinti, ma il 2 agosto 2011 la Corte Suprema di stato, con un voto 4-3, aveva annullato il verdetto di colpevolezza, e dato 60 giorni di tempo alla pubblica accusa per ripetere il processo.
Otto settimane dopo il rappresentante della pubblica accusa della Randolph County, il procuratore Mike Fusselman aveva chiesto un nuovo rinvio a giudizio, sostenendo che nuovi test del Dna permettevano di attribuire a Griffin un coltello rudimentale travato sul luogo dell’aggressione.
Oggi Fusselman ha ammesso che il test del Dna non ha dato risultati utilizzabili in un processo, e di non avere quindi elementi per condurre la causa. Il procuratore generale del Missouri, Chris Koster, ha commentato positivamente la scelta del suo collega distrettuale: “Allo stato dei fatti è una scelta appropriata ed etica”.
Griffin ha così commentato la notizia della sua definitiva assoluzione:
“Non avere più il processo pendente sopra la mia testa è più di quanto le parole possano descrivere. Ora che è finita, sto tentando di rimettere insieme la mia vita, e di andare avanti”.