Teatro: le Cosmicomiche di Italo Calvino sbarcano nella Marsica
Il teatro è il momento magico in cui finzione e realtà si fondono. In questo luogo di fascinazione i gesti, i suoni e le parole diventano gli strumenti espressivi con i quali attori, musicisti, acrobati e clown plasmano l’arte e la mettono a disposizione degli spettatori.
Il ruolo degli attori di teatro è quello di narrare dal vivo una storia, diventandone i personaggi. Ma per recitare non basta la tecnica – come per l’arte in generale – È necessaria infatti una dose consistente di fantasia e creatività.
Il teatro dilettantesco ha quel sapore un po’ frizzante della passione spensierata “alle prime armi” ; rende la messa in scena ancora più partecipata e avvincente, non avvalendosi della stessa esperienza e tecnica di una compagnia professionale. Per questo può riservare delle piacevoli sorprese. Molti gruppi teatrali amatoriali si imbarcano nell’avventura dell’arte scenica, percorrendo un sentiero parallelo a quello degli attori professionisti. Ma i “dilettanti” non sono sprovveduti, anzi spesso si dimostrano in grado di raggiungere vette espressive stupefacenti, mettendo in luce talenti insospettabili, altrimenti nascosti.
La drammaturgia è un linguaggio letterario particolare, misterioso, che sa coinvolgere e lasciare in sospeso la percezione dello spettatore. Chi sa farsi trasportare dall’incantesimo del palcoscenico può perdersi con facilità – e piacere – nei meandri dell’immaginazione. In certi casi la vita rappresentata sul palco viene percepita come quella reale.
Quando poi il teatro sbarca nelle scuole e viene accolto da giovani appassionati, possono compiersi dei piccoli miracoli!
Alcuni studenti del Liceo Classico A. Torlonia e dell’Istituto d’Arte V. Bellisario di Avezzano, hanno partecipato come volontari ad un laboratorio di recitazione condotto dal Teatro Lanciavicchio, per l’anno scolastico 2012/2013. Il regista Antonio Silvagni ha accompagnato questo gruppo di entusiasti ragazzi nei meandri della meravigliosa avventura drammaturgica, curando regia e scenografia dell’opera scelta: le Cosmicomiche di Italo Calvino.
Paradossi, fantasia, umorismo sono le parole d’ordine di questa trasognante raccolta di 12 racconti che narrano il tempo e lo spazio, toccando il Big Bang, la Luna, l’evoluzione e i Dinosauri. I personaggi sono esseri umani, atomi o particelle? Gli attori entrano in scena ammassati in un unicum primordiale, parascientifico e surreale.
La storia viene raccontata da Calvino sotto forma di monologo, la cui voce viene passata come una pallina da gioco tra le mani degli interpreti, cambiando continuamente forma e colore. Comico e cosmico sono gli aggettivi che caratterizzano l’opera. Non è pura fantascienza, bensì invenzione fantastica dai risvolti bizzarri, fusa a dati scientifico/astronomici.
I giovani attori della performance marsicana sono stati: Alba Marinucci, Giulia Sucapane, Marco Ferrari, Giuditta Pascucci, Manuel Torres, Emanuele Biancone, Irene Scipioni, Ilaria Capodacqua, Chiara di Giovancesare, Giorgia Terzini e Domenica Stornelli.
Il canto di inizio aveva un’aurea un po’ mistica, come fosse l’eco di una melodia senza tempo, immersa nelle profondità dello spazio. Il castello di Avezzano, che ha ospitato lo spettacolo, si è trasformato improvvisamente nell’universo stesso. I ragazzi personificavano le stelle e i pianeti, intonando la canzone primordiale, che riecheggiava nel buio della sala, regalando l’immagine suggestiva di un abbraccio perso nella storia della creazione.
La messa in scena è stata originale ed essenziale; la scenografia consisteva in materassi da palestra e due lenzuoli bianchi, ma gli studenti ne hanno fatto un uso divertente e funzionale, con grande disinvoltura: spostavano di continuo entrambi gli elementi, trasformandoli di volta in volta in poltrone, pareti, suolo lunare, vento, rocce, onde del mare.
Il teatro ha il potere di emozionarci, ma la sua funzione non è solo quella di intrattenimento. Esso contribuisce alla crescita spirituale e culturale delle persone e quindi della società, rendendo più ricco interiormente chiunque se ne innamori. Non serve ricordare quanto poco l’arte venga considerata di questi tempi, nonostante sia innegabile che essa rappresenti l‘anima di ogni Paese.
Portare il teatro nelle scuole e farlo conoscere agli studenti significa nobilitarne il bagaglio artistico e culturale. E chissà che in futuro qualcuno di loro non possa diventare un attore professionista!
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