Metalli tossici nei rossetti, la scoperta arriva dalla California

Metalli tossici nei rossetti, la scoperta arriva dlla California Uno studio condotto in California ha rivelato la presenza di metalli tossici in diversi prodotti per le labbra che potrebbero causare danni rilevanti all’organismo.

La University of Califorinia, School of Public Health di Berkley è stata la sede nella quale alcuni ricercatori hanno analizzato il contenuto di parecchi rossetti e lip gloss facilmente acquistabili in un qualunque negozio o centro commerciale. Per rendere il più attendibile possibile il loro studio i ricercatori hanno domandato a 12 ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni quali fossero le marche di prodotti per le labbra che utilizzavano con più frequenza e in base alle risposte ottenute hanno stilato una lista dei 32 prodotti più gettonati.

Li hanno a questo punto analizzati per  capire di cosa fossero effettivamente composti ed è emerso che nei prodotti, sebbene in quantità minima, erano presenti tracce di 9 metalli potenzialmente dannosi. In tutti i campioni  analizzati vi sono stati trovati alluminio, titanio e maganese; nel 75% dei prodotti piombo; altri ancora contenevano tracce di cromo, cadmio e altri metalli.  Nello studio, pubblicato sulla rivista Environment health perspective, viene evidenziata l’altissima probabilità di una donna di ingerire prodotti per le labbra. E’ stato infatti constatato che mediamente ogni consumatrice ingerisce 24 milligrammi di lipstick al giorno, chi invece riapplica il prodotto diverse volte raggiunge gli 87 milligrammi.

La preoccupazione si volge quindi agli effetti che questi metalli potrebbero avere a lungo termine; l’alluminio causa infatti danni neurologici, il piombo si accumula nelle ossa e va a compromettere diverse funzioni dell’organismo, il cadmio determina alterazioni cardiovascolari e deficit immunologici e renali.  Ma questi sono solo alcuni degli effetti provocati da queste sostanze; inoltre a lungo andare possono portare a disturbi più seri quali tumori allo stomaco.

Tuttavia la normativa europea e nazionale sui cosmetici non ammette la presenza di metalli pesanti nei prodotti finiti, sebbene ne tolleri la presenza in tracce minime a condizione che  sia inevitabile e che il prodotto finito sia sicuro.

Quello dei ricercatori americani non deve essere quindi interpretato come un invito a cestinare qualunque rossetto o lip gloss, ma come una ricerca che mira a formare un consumatore consapevole dei suoi acquisti e dei  rischi nei quali potrebbe incorrere scegliendo determinati prodotti.
Un consiglio che potrebbe essere dato ai consumatori è quindi quello di informarsi sempre sugli ingredienti che si trovano in ciò che acquista, in modo particolare di evitare prodotti contenenti propylparaben e butylparaben, ma soprattutto di non eccedere  nel consumo di prodotti potenzialmente dannosi e di farne quindi uso con parsimonia.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!