violenza sui minoriRoma, zona Tiburtina, due donne rispettivamente di 57 e 63 anni sono state messe agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamento psicofisico ai danni dei bambini tra i 4 ed i 5 anni, affidati dai genitori alla scuola materna San Romano -l’asilo degli orrori- nella quale lavoravano le due pseudoeducatrici.

La segnalazione che ha dato il via alle indagini, condotte dagli agenti del Commissariato di San Basilio, è partita da persone vicine all’ambiente scolastico che fortunatamente ed a differenza della coordinatrice, non hanno accettato che un’insegnante potesse terrorizzare i bambini sotto la sua custodia.

Il sostituto procuratore, al fine di raccogliere prove schiaccianti, ha installato telecamere nascoste nelle aule dell’asilo in cui l’insegnante svolgeva il proprio ruolo, riuscendo a filmare in modo inequivocabile le violenze ed i soprusi ai quali erano sottoposti i poveri piccoli.

Gli aspetti più inquietanti della vicenda sono due:

1- l’insegnante era talmente lucida da star bene attenta a non perpetuare le violenze in presenza delle altre colleghe e mantenendo comportamenti dolci e gentili di fronte ai genitori degli alunni;

2- la coordinatrice del corpo insegnanti, per non si sa quale motivo, sorda ai richiami e alle preoccupazioni palesate dalle altre maestre dell’asilo San Romano, invece di licenziare la donna e denunciare l’accaduto, ha preferito ignorare il tutto e continuare a gestire la scuola per l’infanzia nel peggiore dei modi.

Io non sono madre, ma ho una nipotina di cinque anni e mi terrorizza il pensiero che possa accaderle una cosa del genere.

Posti come la scuola, l’oratorio, il catechismo o la palestra, sono da sempre i luoghi in cui il bambino forma la sua personalità e sviluppa la capacità di discernere le cose buone da quelle cattive, sviluppando per la prima volta l’idea di società e di comportamento sociale. Capisce – o dovrebbe capire- che gli adulti sono l’esempio, la guida da seguire. Gli insegnanti, i catechisti, gli educatori in generale sono visti come i sostituti dei genitori, e se questi li feriscono o deludono in qualsiasi modo, che idea della società circostante si farà?

Se all’interno di uno di questi luoghi “sacri” accade un evento traumatico, il minore ne subirà le ripercussioni per tutto l’arco della vita. In questo caso specifico, oltre ai vili gesti commessi dall’insegnante in prima persona, molti tra i bambini più grandi, erano incitati a tenere comportamenti violenti nei confronti dei loro compagni più piccoli. Tutti gli alunni vivevano in un vero e proprio clima di terrore, erano continuamente umiliati dalle azioni e dalle parole della loro maestra, che chiamava “scemo” o “zozzo” i bambini affetti da psico-disagi e obbligava quelli che si facevano la pipì addosso a ripulire tutto con le proprie manine, pena l’utilizzo del faccino come straccio per asciugare il pavimento.

La cosa grave è che la donna – e mi vergogno a chiamarla così- che ha commesso i maltrattamenti, è a sua volta madre di due figli. Ma credo sia altrettanto grave che le madri dei bambini affidati all’asilo San Romano, non avessero notato cambiamenti – inevitabili a mio avviso- nei comportamenti dei propri figli. Quest’ultima affermazione, se serve sottolinearlo, è ovviamente una mia personale idea, ma credo che un po’ più di attenzione da parte dei genitori, oggi spesso troppo assenti, non guasterebbe. Magari non servirebbe ad evitare tragedie del genere, ma sicuramente potrebbe evitare che si perpetuino nel medio-lungo periodo.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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