Bar Sport di Stefano Benni, allarme ilarità incontrollata!
Leggo Bar Sport di Stefano Benni in autobus e comincio a ridacchiare. Inizialmente cerco elegantemente di frenarmi, perché ci i sono almeno altre 30 persone sullo stesso mezzo, di certo assorte in ben altri pensieri. Sarebbe davvero poco carino sfogare senza ritegno l’ilarità che tento (invano) di soffocare! La signora al mio fianco per giunta è una donna molto distinta, di circa 60 anni, con un’acconciatura strana biondo platino e gli occhiali tondi e grossi come un lettore cd. Mi guarda più volte e immagino la sua espressione a metà fra il disprezzo e la pena.
Starà certamente pensando : ” Ah, questi giovani ineducati!”
L’aspetto della Luisona serpeggia nei miei pensieri, quella creazione culinaria o forse extraterrestre, che immagino a metà fra una ciambella e una bomba esageratamente ripiena, dai colori indefinibili… Ecco la pasta killer più calorica e sgocciolante che l’uomo abbia mai visto! La Luisona “pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di granella in duralluminio”, dopo anni di esposizione nella bacheca della paste (come in ogni Bar Sport che si rispetti), se mangiata si dimostra inevitabilmente letale…
“Alcuni lasciano la scuola e fanno i vicedirettori nell’azienda del babbo. Altri si mettono a fare borse e cinture. Altri ancora si fanno passare un piccolo stipendio mensile, si iscrivono ad Architettura e partono per il Gargano. Altri, inspiegabilmente, preferiscono diventare Cinno. Qualcuno parla di vocazione, altri di ragioni sociali. Come che sia, Cinno non si diventa da un giorno all’altro”.
Da una parte mi sento sollevata, dall’altra mi accorgo di avere un sorriso idiota sulle labbra, che perdura attonito e divertito per tutto il viaggio.
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