Rivoluzione medica e sanitaria Watson, intelligenza artificiale
Si può parlare dell’inizio di una vera e propria rivoluzione medica e sanitaria da quando è entrato in funzione Watson, l’intelligenza artificiale creata dall’azienda statunitense IBM -una delle maggiori al mondo nel campo dell’informatica- Watson, nome scelto in ricordo di Thomas J. Watson primo presidente dell’IBM, è uno straordinario computer sviluppato all’interno del progetto DeepQA di IBM, in grado di rispondere a domande formulate attraverso il linguaggio naturale e di compiere ragionamenti in maniera automatica. Il computer ha infatti partecipato a tre episodi del noto show americano “Jeopardy!” nel febbraio 2011, riuscendo a sconfiggere i suoi avversari umani. Oltre ad applicazioni che spaziano dalla finanza all’industria, Watson vanta grandi conoscenze in ambito medico avendo immagazzinato manuali di medicina, 2 milioni di pagine di testo, 25°000 casi clinici e più di 600°000 nozioni di prove mediche.
Insomma, esso contiene un bagaglio di conoscenze e di esperienze che una normale mente umana non sarebbe in grado di ricordare e di rielaborare ogni volta che si trova davanti un nuovo paziente e un nuovo caso clinico da risolvere. E’ evidente quindi l’enorme vantaggio e aiuto che un tale strumento potrebbe apportare ai medici di tutti gli ospedali, permettendo loro di fare diagnosi più precise e di scegliere trattamenti più mirati al caso specifico da curare, eliminando in buona parte la componente dell’errore umano, che in ambito medico è uno dei più grandi antagonisti della guarigione.
La saggezza e la conoscenza di Watson sembrano non avere limiti, in quanto aggiornate in tempo reale su ogni nuova scoperta in ambito sanitario, su ogni nuova terapia sperimentata, su ogni nuovo caso clinico ed eventuali effetti collaterali di farmaci riscontrati sui pazienti; E’ un’immensa e potenzialmente infinita enciclopedia che sulla base dei sintomi del paziente, della sua storia clinica e di altre informazioni rilevanti a lui fornite, è in grado di formulare una diagnosi e di fornire una terapia del 20% più precisa rispetto a quella fornita da un suo collega umano. Inoltre, le possibilità che le risposte di Watson siano giuste è del 90%. Il medico-robot è uno strumento che potrà portare notevoli miglioramenti qualitativi in ambito sanitario, oltre che un notevole risparmio in termini di costi. Da marzo 2012 il nuovo collega artificiale è in funzione presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, ma Chris Coburn, direttore esecutivo del Cleveland Clinic Innovations (CCI), sostiene che entro il 2020 potrà essere utilizzato in tutti gli ospedali anche attraverso un sistema digitale “cloud” di utilizzo a distanza. Sono indubbi gli enormi vantaggi che un tale strumento può apportare al mondo medico-sanitario, quali una maggiore precisione nello stabilire la diagnosi, una maggiore precisione e personalizzazione nell’indicare le cure adatte al paziente, una notevole riduzione dell’errore umano nel compiere questo tipo di scelte e un risparmio nelle spese mediche, ma c’è una cosa che a Watson manca rispetto ai suoi colleghi umani, ed è la capacità di dare ai malati calore umano, affetto e comprensione, elementi che non possono mancare nel rapporto medico/infermiere-paziente.
calore umano,affetto e comprensione,quando trovi il medico o l’infermiera capaci di darli,che non sempre capita.
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