stefano cucchi 2La perizia è stata depositata giovedì redatta dal team dell’Istituto Labanof di Milano; ad una settimana della prossima udienza del processo che vede imputati 6 medici, 3 infermieri e 3 agenti della polizia penitenziaria.

«In definitiva, la causa della morte di Stefano Cucchi, per univoco convergere dei dati anamnestico clinici e delle risultanze anatomopatologiche, va identificata in una sindrome da inanizione. Con il termine di morte per inanizione – precisano – si indica una sindrome sostenuta da mancanza – o grande carenza – di alimenti e liquidi». La perizia continua così «Il quadro traumatico osservato si accorda sia con un’aggressione, sia con una caduta accidentale, nè vi sono elementi che facciano propendere per l’una piuttosto che per l’altra dinamica lesiva».

stefano cucchi«Nel caso di Stefano Cucchi i medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini – aggiungono i periti – non si sono mai resi conto di essere (e fin dall’inizio) di fronte ad un caso di malnutrizione importante, quindi non si sono curati di monitorare il paziente sotto questo profilo, né hanno chiesto l’intervento di nutrizionisti (o altri specialisti in materia) e, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso»

Sulla pagina Facebook di Irene Testa -Segretario dell’associazione DetenutoIgnoto- si legge questo commento “bugiardi fino alla fine.” La raggiungo al telefono e dice «Mi sembra decisamente improbabile che si possa morire di fame dopo 6 giorni, Stefano è stato anche idratato con delle flebo. Anche se anoressico non possiamo far finta che non abbia subito maltrattamenti fisici assolutamente rilevanti. Il  problema è che continuano a omettere i segni sul corpo di Stefano, il sangue, le costole rotte, insomma le percosse che ha subito! Non possiamo far finta di nulla!»

ilaria_cucchiIlaria Cucchi, sorella di Stefano, pochi giorni fa scriveva, proprio in relazione alla visita per la perizia «Le ossa della colonna vertebrale di mio fratello sono piene di sangue, il quale invade anche il canale midollare. Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio. l3, l5, s4 sono sigle che vogliono dire fratture, che vogliono dire dolore, che vogliono dire sofferenza, che vogliono dire morte» –Dall’Huffington Post

Basta guardare le foto di Stefano per non poter accettare una perizia che dichiara la morte  per inanizione.Resteremo in contatto con Irene Testa e seguiremo le fasi successive.

By Sheyla Bobba

Sheyla Bobba - Direttore Classe 1978, coltiva fin da bambina una profonda passione per la comunicazione e l’informazione. A meno di dieci anni chiede in regalo una macchina da scrivere: il primo passo verso un sogno che non l’ha mai abbandonata. A 17 anni, l’incontro con i militanti del Partito Radicale impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti segna un punto di svolta: sceglie consapevolmente di dedicarsi all’informazione senza tesserino, guidata da un’idea di libertà e indipendenza. Nel tempo costruisce una solida esperienza nel mondo digitale, collaborando a diversi progetti online e approfondendo le dinamiche della comunicazione sul web. Dopo anni di attività sul campo, nel 2012 dà vita al magazine online SenzaBarcode.it. Dal 2019 affianca al portale anche WebRadio SenzaBarcode, ampliando le possibilità espressive del progetto. Con SBS Edizioni & Promozione cura la comunicazione editoriale e la valorizzazione di autori emergenti, affiancando le attività redazionali a quelle promozionali. Si definisce antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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