Noi non beliamo con il gregge rosa. Intervista ad Adriana Tisselli
«Noi non beliamo col gregge rosa»
Queste le parole con cui si presenta Adriana Tisselli, presidente e fondatrice del MFPG (movimento femminile per la parità genitoriale) chiamato anche Donne Contro.
In una gentile intervista, che, il giorno seguente all’incontro circa il divorzio breve sul Radio Radicale, Adriana ha concesso a Senza Barcode, ci ha raccontato di più sull’associazione, come è nata e, soprattutto, per cosa lotta.
L’MFGP nasce come associazione nel Giugno 2012 ma, ufficiosamente, il nucleo originario ha cominciato il suo cammino il 13 Febbraio, in occasione della manifestazione “Se non ora quando?”
È formato da persone che, partendo dalla loro personale esperienza privata, hanno notato una grave discrepanza tra le necessità della società e gli strumenti forniti dalle istituzioni, queste sono le persone che vivono nell’orbita di uomini separati, e ne toccano con mano il dramma.
Ma, prima di entrare nel merito della questione, forniamo un paio di dati Istat.
Dal 1995 i divorzi sono raddoppiati, le separazioni sono aumentate del 68%, mentre i matrimoni sono diminuiti. Nel 68,7% delle separazioni e nel 58,5% dei divorzi la coppia ha figli che, purtroppo, spesso vengono strumentalizzati e diventano un arma, e non la parte che andrebbe più tutelata. In Italia bisogna aspettare tre anni dopo l’avvenuta separazione per poter chiedere il divorzio e tutto l’iter dura in media 11 anni, un tempo vergognoso.
In Italia sono circa mezzo milione le “famiglie allargate”, intendendo con ciò quei nuclei familiari in cui almeno un genitore ha alle spalle un precedente matrimonio. In questo contesto si diffonde sempre di più la violenza di donne contro donne, che è più subdola di quella maschile perché meno evidente e più nascosta, ma non per questo meno tragica.
Purtroppo la mentalità in cui viviamo pone la madre-moglie-compagna in una sorta di santità, per cui è difficile riconoscerle questo ruolo violento.
“Le esigenze delle famiglie non sono capite” racconta Adriana “noi vorremmo un Wellfare diverso, che tuteli realmente, dia la possibilità anche alle donne di lavorare e renda i due genitori due individui indipendenti, sempre nel rispetto dei figli”.
Ma non è così.
Gli assegni di mantenimento vengono versati, nel 94% dei casi in cui sono concessi, dai padri, anche se la legge parla di “coniuge debole” e la donna si auto-sacrifica in una situazione di sudditanza, che è in realtà cercata e accettata.
Tutto ciò si tramuta in una disparità di diritti all’interno della famiglia, che grava sui figli e sul genitore cui non è stato dato l’affidamento.
La causa di ciò? Lo abbiamo chiesto ad Adriana.
In primo luogo l’arretratezza culturale e la mancanza di informazione. La parità genitoriale non fa notizia; lo dimostra il fatto che la recente legge, che mette sullo stesso piano figli legittimi e illegittimi, è passata in sordina. L’argomento esplode solo quando sfocia nella cronaca nera; bisogna agire prima, bisogna fare prevenzione. Dietro a molte storie di violenza ci sono storie di divorzio. È inutile parlare di sanzioni se lo Stato, invece di tutelare, mette il bastone tra le ruote ai genitori. Piangere sul latte versato è un insulto alle nostre intelligenze.
La separazione non è un omicidio, non è giusto che chi la vive deve venir penalizzato a questo modo.
Adriana riporta molti esempi, uno mi ha colpito in modo particolare. Sarebbe giusto che i magistrati, che si occupano di diritto di famiglia, facessero solo quello, ma non è così, non sono “specializzati”; in più, nel sistema italiano, un magistrato non si può occupare del diritto di famiglia per più di dieci anni, trascorsi essi deve cambiare.
L’MFPG è un’organizzazione giovane ma, in questi mesi, ha già presentato documenti al Senato per proporre concretamente migliorie, a partire dal Wellfare per passare ai diritti per la tutela dei bambini. Per come stanno le cose, infatti, con l’ipocrita dicitura “tutela del minore” il figlio viene privato di uno dei genitori, cioè, di uno dei suoi diritti principali. Solitamente, in più dell’ 80% dei casi, l’affido è alla madre, quindi sono molto spesso i padri a venir penalizzati.
È vero che dal 2006 è stato introdotto l’affido condiviso, ma con l’invenzione del “genitore collocatario” viene vanificata l’intenzione dei tempi paritari.
Uno dei punti, per cui l’MFPG si batte, è la possibilità, per i figli dei genitori separati di avere doppi documenti; immaginiamo infatti che uno di questi bambini abbia bisogno del Pronto Soccorso, mentre è col genitore non affidatario. Altrettanto importante è la mediazione obbligatoria, che deve avvenire a priori e gratuitamente.
Essi chiedono, inoltre, il tempo pieno per scuole ed asili che permette anche alle madri di lavorare. E qua entriamo nel pungente campo degli assegni di mantenimento, calcolati in base all’ISEE, che non fotografa realmente la situazione. Infatti, nel calcolo, non si comprende l’assegno stesso e, considerando che spesso gli ex coniugi si rifanno una famiglia, con altre persone che alle spalle avevano un altro matrimonio, la situazione si complica a dismisura.
Per concludere, abbiamo chiesto ad Adriana quali difficoltà sta incontrando.
Le proposte come le nostre devono far fronte a molte resistenze, sia di tipo religioso che politico-reazionario. Il problema è che, se pesti i piedi a qualcuno, vieni accusato di maschilismo, ma la nostra non è lotta di genere, è lotta femminile per la rivendicazione di diritti elementari.
Lei è Adriana Tisselli, fiera combatte per le sue idee, è una Donna Contro.